Solofra – Rubavano i gioielli della nonna per poi rivenderli ai Compro Oro e procurarsi così il denaro per acquistare sostanze stupefacenti. Il fatto è avvenuto a Solofra. A finire nella rete dei carabinieri della locale stazione, coordinata da Giuseppe Friscuolo, sono 4 giovanissime ragazze, tutte sotto i venti anni, di cui una addirittura minorenne.
Le ragazze avevano così pensato di aver trovato un ingegnoso metodo per “sovvenzionare” quei divertimenti tipicamente non riferibili in casa.
La macchina investigativa dei Carabinieri si avviava in seguito alla denuncia presentata da un’anziana donna la quale, scopertasi derubata di un cospicuo quantitativo di oggetti preziosi, aventi un valore materiale superiore ai 20mila euro ma un inestimabile valore affettivo, aveva rivolto ai militari della Stazione di Solofra la propria richiesta di aiuto.
Durante lo scrupoloso sopralluogo tecnico compiuto nell’abitazione, i militari realizzavano che quel furto presentava alcuni aspetti piuttosto singolari; partiti infatti alla iniziale ricerca di tracce di effrazione ovvero impronte papillari lasciate dall’ignoto ladro, i Carabinieri si accorgevano che l’evento non era maturato all’esterno di quell’ambiente familiare in quanto l’autore del furto aveva, al loro occhio, agito muovendosi con disinvoltura nell’immobile, conoscendo finanche il luogo dove l’anziana donna era solita nascondere la chiave della piccola cassetta di sicurezza in cui aveva riposto i suoi preziosi ricordi.
Individuata l’ipotesi investigativa, i militari intraprendevano una minuziosa ricerca della refurtiva che li portava a setacciare, estendendo la loro azione finanche in altri Comuni, numerosissimi esercizi commerciali che si occupano di compravendita di preziosi finché, non senza stupore, scovavano nei registri di uno di questi, risultato completamente estraneo alla vicenda, alcune vendite effettuate dalla giovanissima nipote della vittima che, con la complicità di altre tre amiche quasi coetanee, aveva ben pensato di trarre profitto a spese della ignara nonna.
Messe alle strette dinanzi alle evidenze raccolte, alle quattro giovani non restava altra scelta che ammettere le proprie responsabilità e confessare, tra l’altro, che avevano posto in essere lo sciagurato piano con il fine di procurarsi i soldi necessari ad acquistare sostanze stupefacenti. Per tre di loro scattava così la denuncia in stato di libertà per furto e ricettazione alla Procura della Repubblica di Avellino, che aveva coordinato tutta l’attività investigativa mentre la quarta, poiché minorenne, veniva segnalata alla paritetica Autorità Giudiziaria minorile di Napoli.