D’Ercole: “Un forte individualismo nel centrodestra. Male il Governatore De Luca, Conte è l’asino in mezzo ai suoni”

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Hanno preso il via le grandi manovre per le prossime elezioni regionali. Il quadro politico è, però, ancora molto confuso e frastagliato e, in questa fase, si cerca più una sistemazione per essere della corsa al parlamentino di palazzo Santa Lucia piuttosto che lavorare alla costituzione di una coalizione. Ne è convinto pure Francesco D’Ercole, già consigliere e assessore regionale oltre che amministratore della Soresa. “Noto un forte individualismo – ammette -.Il centrodestra è unito e parte in vantaggio ma non riesce a definire la candidatura apicale in tempi accettabili: un ritardo dannoso ed i vertici dei partiti della coalizione quasi non se ne rendono conto”.
Se Atene non ride, Sparta piange. Il centrosinistra parte in forte difficoltà: è così?
Non c’è neanche l’idea della coalizione che dovrebbe arrivare al voto. Pure l’unica certezza che sembrava esserci fino a qualche settimana addietro, di un Movimento Cinque Stelle che avrebbe fatto la corsa in solitaria, si è sgretolata. C’è la possibilità di un accordo con il Partito Democratico anche a livello regionale che, di fatto, metterebbe a rischio la candidatura del Governatore uscente. Non escludo, però, che Vincenzo De Luca possa scendere in campo da solo come, del resto, ha già fatto a Salerno, anche se i contesti sono completamente diversi.
A proposito di De Luca, qual è il suo giudizio sull’operato del Governatore uscente?
E’ stato un quinquennio fallimentare, nel quale non si è mai andati oltre gli annunci, molti dei quali dello stesso Governatore. Pure la possibilità di fare ricorso alla fiducia – per la prima volta nel consiglio regionale – è stata utilizzata solo di rado per l’assenza di un’iniziativa politica degna di tal nome in grado di provocare una discussione nel parlamentino.
A Roma, intanto, il Parlamento approva la legge per la riduzione del numero di deputati e senatori. E’ d’accordo con questo provvedimento?
Sono nettamente contrario a questo taglio indiscriminato, che non ha alcun senso se non viene inserito in un contesto di riforme istituzionali. Paradossalmente, oggi non abbiamo neppure una legge che ci permette di andare al voto per Camera e Senato. Si è operato in maniera approssimativa e dilettantesca con un provvedimento che toglie voce ai territori e alle comunità, che non garantisce le minoranze. La coralità di voti, nella quale si è inserito pure il mio partito, poi, non è frutto di un convincimento dei parlamentari ma piuttosto deriva dalla spasmodica ricerca della demagogia. Avrei, invece, capito una riduzione dei parlamentari inserita in un contesto di riduzione delle Regioni, le cui dimensioni attuali non sono tali da avere neppure un rapporto negoziale adeguato anche con il Governo europeo.
Siamo alla vigilia della visita del Premier in città: che cosa si aspetta?
Non credo che la passerella di Conte ad Avellino possa produrre un qualche risultato. Gratifica la città, è un appuntamento al quale guardiamo con interesse ma nulla di più. Del resto, nonostante il tentativo di darsi una personalità, il Premier è un po’ l’asino in mezzo ai suoni.
Qual è il suo giudizio sull’operato del Governo giallorosso?
Non mi pare un Governo che stia dando risposte ai bisogni dei cittadini: abbiamo registrato soltanto una riapertura dei porti che ha prodotto molti morti in mare. Il Governo aveva da definire la manovra finanziaria, per la quale abbiamo ancora necessità di trovare 14miliardi che consentano di evitare l’aumento dell’Iva. E’, poi, inaccettabile la minaccia di voler coprire una gran parte della manovra con il recupero dell’evasione fiscale. Sarei stato d’accordo se l’attenzione riguardasse i grandi evasori, ma l’inasprimento finirà per rivolgersi soprattutto contro i piccoli commercianti e imprenditori. La stimata evasione di 120miliardi di euro, poi, è verosimile, anche se meritevole di una riflessione: se molte delle attività che evadono fossero costrette a pagare tutto, chiuderebbero il giorno successivo.