Delitto Lippiello, via agli accertamenti del Ris nel cortile dell’omicidio

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Omicidio Lippiello baiano

BAIANO – Si è chiusa da poco la prima fase dei rilievi del Ris di Roma all’interno della coorte di Via De Santis dove il 6 febbraio scorso è rimasto vittima di un accoltellamento il 54enne Felice Lippiello. Si tratta degli esami antropometrici di riscontro ai video raccolti dai Carabinieri nell’immediatezza dei fatti disposti dal sostituto procuratore Vincenzo Toscano, il magistrato che coordina le indagini sul delitto. I militari del Ris, coadiuvati dai militari della Compagnia dei Carabinieri di Baiano, hanno eseguito per circa due ore e alla presenza anche dei legali dei due indagati, esami con speciali telecamere che ricostruiranno la scena ed evidentemente saranno messe a confronto con le caratteristiche fisiche dei due indagati. Una settimana fa erano scattati gli accertamenti al Ris di Roma sui reperti rinvenuti nel corso del sopralluogo e delle perquisizioni eseguite dai Carabinieri dopo il delitto. In particolare di un cappellino rinvenuto nel cortile dell’abitazione di Via De Santis, oltre ad altri reperti che riguardano i due principali indagati, Salvatore e Francesco Crisci. Ai militari del reparto specializzato dell’Arma anche la comparazione su eventuali tracce ematiche su indumenti dei due indagati, che saranno confrontate con quelle della vittima.

LE ACCUSE

Il Riesame di Napoli qualche giorno fa, accogliendo le richieste dei difensori Antonio Falconieri e Farancesco Pecchia, aveva riqualificato i fatti in omicidio preterintenzionale, confermando pero’ la misura carceraria. Anche alle luce dei gravi indizi raccolti dai Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino e della Compagnia di Baiano, che il 19 febbraio avevano portato il pm che conduce le indagini, il sostituto Vincenzo Toscano, a firmare un decreto di fermo di indiziato di delitto di omicidio volontario (che resta ancora la contestazione provvisoria), poi trasformato in misura cautelare da parte del Gip del Tribunale di Avellino Giulio Argenio. La difesa di Francesco Crisci, l’avvocato Antonio Falconieri, aveva anche evidenziato come dai frame che riprendevano parte del volto di uno dei soggetti che nel cortile condominiale discuteva con Lippiello, non si evidenziasse un tatuaggio che il diciannovenne ha sul volto. In particolare i frames delle telecamere di sorveglianza attive nella zona, che pur non restituendo una traccia della targa della Panda sulla quale i due presunti assassini di Lippiello erano giunti in via De Santis, per molte caratteristiche era simile a quella in uso ai Crisci. A cui si erano aggiunti sia vecchi messaggi tra Salvatore Crisci e la vittima e l’incrocio con le celle telefoniche.