Avellino – Con la relazione sul brigantaggio e la composizione sociale delle bande è iniziata ieri sera la seconda fase della due giorni dedicata al Decennio francese e Avellino capoluogo di provincia, l’importante iniziativa organizzata dal Comune di Avellino, dalla Provincia e dal Comitato scientifico per la celebrazione del bicentenario del decennio francese. Claudio Meo, nel descrivere il fenomeno del brigantaggio nel periodo compreso tra il 1806 e la metà di quel secolo, ha evidenziato che innanzitutto fu di natura politica e interessò vari strati della società fino a raggiungere i movimenti studenteschi, molto vivaci in Irpinia. Meo ha illustrato la storia di alcune potenti famiglie che da Volturara comandavano tutta la zona ed ha riferito di scontri e di piccoli eccidi per il controllo del territorio. L’obiettivo del convegno, che riprenderà questa mattina per avviarsi alle conclusioni, fissate per questa sera, è quello ri recuperare il senso storico di Avellino, città capoluogo di un territorio al quale spesso la città non sente di appartenere e per quella ragione i quadri territoriali hanno assunto una importanza fondamentale: ne hanno parlato padre Antonio Salvatore, che ha descritto la trasformazione che si ebbe quando Montefusco lasciò ad Avellino il ruolo di guida della provincia e Rosanna Repole che ha presentato numerosi dati inediti sui bilanci dei comuni dell’Alta Irpinia: si tratta di un lavoro molto interessante perché dimostra, nei fatti, come l’attività amministrativa e, dunque, la società si siano evoluti negli anni. Oggi le conclusioni con altre relazioni, tra le quali è attesa quella di Paolo Mascilli Migliorini prevista nella seduta pomeridiana. (di Italia Manzione)
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