Quanto sta accadendo in questi giorni al Comune di Avellino sembra aver evidenziato la confusione e la parzialità che alcuni dirigenti provinciali del pd hanno appalesato attraverso alcuni giudizi espressi. Il fatto che l’Amministrazione cittadina abbia vissuto sei mesi di assoluto immobilismo è sotto gli occhi di tutti. La realtà di una comunità disorientata perché ha perso ogni riferimento istituzionale a causa delle mancanza totale di presenza nel tessuto cittadino, è amara quanto inconfutabile. Sei mesi di studio senza avanzare una soluzione o almeno una proposta, mentre i problemi aumentano e diventano sempre più irrisolvibili, rappresentano un periodo più che sufficiente per aprire una discussione sullo stato di salute dell’Amministrazione ed evitare conseguenze peggiori ed irreparabili. Alla luce di questa situazione una parte molto rappresentativa del consiglio comunale e del pd ha responsabilmente chiesto di fare una legittima e naturale riflessione, che tra l’altro si fa carico di una insistente richiesta proveniente da una cospicua parte di città, insieme al sindaco. La risposta è stata, come al solito è accaduto in questi sei mesi, di assoluta sordità a cui si sta aggiungendo una inquietante superficialità di una parte di dirigenza del partito che non sta comprendendo il grave contraccolpo che questa conduzione amministrativa sta portando al nostro partito, sia in termini elettorali che di immagine. Invece di elogiare il comportamento di quei consiglieri che per il bene della città, e della forza politica che rappresentano, si sono fatti carico di un’azione che colpevolmente una parte del pd provinciale non ha avuto il coraggio di affrontare per cecità politica o convenienza, stiamo assistendo a difese d’ufficio che poco hanno di politico e molto di opportunismo e di ipocrisia. In particolare, non si comprende l’attacco che è stato ordito ai danni di Livio Petitto, che così bene ed in maniera imparziale sta svolgendo il ruolo di presidente del Consiglio Comunale quando siede tra i banchi dell’assise cittadina. Lo si accusa di fare politica attiva, trascurando che fuori dai banchi del Consiglio egli è un militante autorevole ed attivo del pd provinciale, e come tale quando non riveste il ruolo istituzionale si comporta ed agisce. Così come fa il Presidente dell’Alto Calore, Lello De Stefano, che dispensa giudizi gratuiti su validissimi esponenti del nostro partito, pur rivestendo un ruolo istituzionale, tra l’altro non conquistato col consenso elettorale, ma attraverso il peso politico rappresentato dal pd, e quindi da tutti noi. La verità è che non si ha il coraggio di affrontare la triste realtà che sta vivendo il Comune di Avellino, facendo autocritica e, perché no, ammettendo di aver commesso degli errori. La presunzione e l’arroganza in politica non pagano ed alla fine portano inevitabilmente ad un insuccesso, o peggio ancora ad un fallimento. Noi ci siamo fatti portavoce di un forte rinnovamento nel partito sfidando poteri consolidati, ma ormai vecchi e superati. Lo abbiamo fatto convinti di volere un pd diverso, più aperto al contributo di tutti ed alla meritocrazia. Un partito che sapesse superare le vecchie logiche dei soliti potentati e baroni, e forse per questo, perché invece qualcuno vuole ancora salvaguardare il proprio orticello, oggi qualcuno prova ad ostacolare la nostra azione. Tra l’altro mi sembra di aver letto che lo stesso Foti si manifesta sindaco che risponde all’ex sen. De Luca, dunque marca una linea distintiva tra se ed una parte del Consiglio Comunale e del partito, abbandonando quel ruolo di super partes che dovrebbe contraddistinguere la sua azione amministrativa e politica. La vicenda del Comune non può essere risolta dal sindaco con un pannicello caldo, o utilizzando i metodi della vecchia politica che cercava di mitigare il dissenso proponendo in cambio poltrone e prebende, si affronta con la politica e con un atto di responsabilità da parte di tutto il Pd. Bisogna aprire una discussione seria nel partito coinvolgendo anche i tre onorevoli, nazionali e regionali, espressione del nostro territorio, senza dover solo andare a ratificare scelte altrui, consumate nelle solite, vecchie stanze della politica locale. Sono convinto che i consiglieri che si sono fatti carico di avanzare alcune legittime istanze, con grande responsabilità, ancora una volta per il bene della città contribuiranno a licenziare gli atti amministrativi di loro competenza. Ma nell’interesse della comunità non si può fare più finta di niente rispetto a quanto non sta accadendo in città e rispetto al malcontento diffuso che si fa sempre più imbarazzante. Dopo le festività chiederemo la convocazione di una direzione provinciale che affronti in maniera franca e seria la situazione della città, consapevoli che se non si arriverà ad una svolta, ci troveremo dinanzi alla cronaca di un fallimento annunciato, ed allora ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità dinanzi alla città. E’ la nota di Walter De Pietro Direzione provinciale PD.
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