De Palma (Fiom): “100mila euro per far ripartire l’ex Irisbus, vogliamo i lavoratori nel Cda””

0
276

Marco Grasso – “Per rimettere in moto l’ex Irisbus servono 100mila euro, subito”. E’ la prima proposta che la Cgil porterà al tavolo del Ministero dello Sviluppo il prossimo 27 febbraio. Il segretario nazionale della Fiom Michele De Palma, in Irpinia per un confronto con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, indica la strada per uscire dalle secche ed avviare, finalmente, il polo nazionale degli autobus.

“Basta contrapposizioni, serve una maggiore condivisione. Sullo stabilimento ufitano, al di là del nuovo socio industriale che dovrà arrivare, è opportuno che l’attuale proprietà, composta da Karsan, Leonardo e Invitalia, metta sul piatto le prime risorse necessarie a far ripartire lo stabilimento. Bisogna dare un segnale forte ai lavoratori ed al territorio. Alle parole non crede più nessuno”.

De Palma chiede anche garanzie sulla cassa integrazione, “che dovrà essere di dodici mesi, proprio in linea con il piano di rilancio ai nastri di partenza. E’ un fatto positivo che l’azienda abbia anticipato la cassa integrazione, ma non può bastare”.

La Fiom auspica anche un maggiore coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte aziendali. “Ci sono in ballo investimenti pubblici destinati ad un servizio pubblico, non siamo di fronte ad un imprenditore privato che investe di tasca sua. Ritengo pertanto che, in linea con quanto avviene in altri paese europei, una rappresentanza di lavoratori dovrebbero sedere nel consiglio d’amministrazione”.

“Se oggi c’è ancora la possibilità di portare le produzioni dalla Turchia all’Italia e, soprattutto, se ci sono ancora questi due stabilimenti, è soprattutto grazie all’impegno ed alla perseveranza dei lavoratori che in questi anni hanno lottato contro tutto e tutti e dimostrato che l’industria di produzione dei pullman può avere ancora un futuro, anche in Italia”.

Al Ministero la Cgil chiederà anche il piano industriale di Industria Italiana Autobus. “Abbiamo bisogno di impegni e prospettiva, al momento le reali intenzioni della proprietà sono ancora ignote. Capiamo che la riorganizzazione degli assetti societari è ancora in itinere, ma non è più possibile temporeggiare”.