De Mita: “Sviluppo e riordino, superare il vecchio”

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Avellino – Il vicepresidente della giunta regionale della Campania, Giuseppe De Mita, ha partecipato questa mattina al convegno promosso dalla segreteria provinciale della Cisl irpina dal titolo “Proposte da realizzare, promesse da mantenere, prospettive future” che si è svolto presso il centro sociale “Samantha Della Porta” di Avellino. “Dobbiamo superare il vecchio e pensare il nuovo, senza sovrapporre le due cose. Questo dà la lucidità e la credibilità per spiegare ciò che si sta facendo. Dentro questa logica va inquadrata anche la questione che ci viene posta oggi, quella del riordino. Che può rappresentare una opportunità se vissuta come occasione di ridefinire in termini produttivi e di tutela dei diritti fondamentali i servizi pubblici locali”. E’ questo il punto di partenza dell’intervento del vicepresidente De Mita nel corso della discussione di questa mattina. “In questa fase – ha dichiarato il vicepresidente De Mita – ci stiamo misurando con una serie di temi che ci portano a dover riscrivere tutto quello che finora avevamo considerato elementi di certezza. E’ questo lo spirito del tempo e la sua comprensione deve essere il criterio ispiratore dell’atteggiamento da assumere. Se, al contrario, continuiamo a manifestare una posizione debole, non possiamo far altro che attestarci sulla difensiva, ma intanto le cose accadranno comunque. La quantità di segnali letti in chiave storica ci dicono che l’insostenibilità di oggi farà arrivare qualcosa di diverso. Il punto è intercettare ed anticipare il cambiamento. E questo è il compito della politica”. “Ritengo – ha continuato il vicepresidente De Mita – che la discussione di stamane, oltre a trasferire pubblicamente alcuni temi discussi nei tavoli, ci aiuti a recuperare una dimensione pubblica, a definire i ruoli per raggiungere l’obiettivo e cioè che ciascuno faccia bene ciò che è chiamato a fare. Questo porterebbe tutti a smetterla di guardare cosa non fa l’altro, concentrandoci su ciò che ciascuno deve fare. Il recupero di credibilità riparte soprattutto da una dimensione comportamentale. A questo punto bisognerà uscire dalla logica della lamentazione e giocare d’attacco”. A seguire un’indicazione di ordine generale che potrà informare le scelte e gli atteggiamenti futuri. “Oggi – così ha continuato – siamo nella difficoltà di incrociare il pensiero del nuovo con la gestione del vecchio. Un po’ tutti siamo vittima della confusione che c’è per cui nello sforzo di pensare il nuovo non si riesce a capire la dinamica storica del vecchio”. A seguire valutazioni relative alle singole tematiche e a questioni specifiche su cui intervenire. Partendo proprio dal tema del riordino che può rappresentare una opportunità se declinato secondo la traccia della riorganizzazione dei servizi pubblici locali. “Una proposta razionale di riordino – ha dichiarato De Mita – deve avere a riferimento le funzioni effettive. Sui servizi pubblici locali abbiamo attivato un tavolo in Regione. Nell’ultima riunione abbiamo chiesto ai dirigenti regionali non di portarci un disegno astratto, ma, al contrario di definire una traccia che faccia riferimento ai diritti fondamentali collegati ai servizi stessi perché le modalità di tutela cambiano a seconda delle condizioni storiche e delle possibilità economiche”. Poi il lavoro svolto al Tavolo dello Sviluppo della provincia di Avellino. “Il patto ha un valore – ha dichiarato il vicepresidente De Mita – soprattutto sotto il profilo metodologico. In Irpinia, grazie al lavoro svolto, siamo nella condizione di prospettare il passaggio dal vecchio al nuovo. E per farlo abbiamo utilizzato l’approccio del percorso possibile. Questo ci porta a riconsiderare anche il rapporto fin qui instaurato con la Regione Campania. Siamo partiti da una condizione di indifferenza e siamo arrivati alla circostanza che la Regione Campania ha fin qui siglato solo due protocolli d’intesa, entrambi relativi al territorio della provincia di Avellino. Non riconoscere questo dato significa non comprendere il processo che abbiamo attivato”. Adesso, però, bisogna proseguire lungo il percorso tracciato dal Tavolo per lo Sviluppo. “Il tema attuale – ha dichiarato ancora De Mita – è legato ai fattori produttivi. Sui servizi pubblici locali lavoriamo per costruire le condizioni di competitività”. Uno degli ambiti di intervento è senza dubbio rappresentato dal ciclo dei rifiuti. “Proviamo a capire – ha continuato il vicepresidente De Mita – se sullo smaltimento siamo in grado di innescare un ragionamento che ci porti alla riduzione del costo energetico. Perché è chiaro come il prossimo passo sia quello di ragionare sulla dimensione produttiva dei servizi pubblici. A seguire c’è poi il capitolo sui fattori produttivi legati all’innovazione, all’agricoltura, alle tipicità, all’artigianato e al turismo perché questi possono diventare un pezzo del nostro sistema produttivo a condizione che di oganizzarli secondo la logica del processo produttivo”. Una riflessione a parte va dedicata al mondo della scuola e della formazione. “Nel piano di Azione e Coesione – ha continuato De Mita – c’è una quantità di risorse che sono state appostate all’inizio esclusivamente per una logica di spesa e che fanno esclusivo riferimento all’edilizia scolastica. Ma questo intervento sull’infrastruttura non può non trasformarsi in un intervento sui contenuti. La qualità dei servizi, al contrario, è un grande attrattore che mette le nostre comunità nella condizione di rinascere. Ed in questo discorso non può non esserci un riferimento alla qualità della formazione cui si lega la questione della produttività, anche e soprattutto nel pubblico impiego. Oggi la produttività è ferma perché si è slabbrato il rapporto intimo tra il prestatore di lavoro e la funzione svolta. Il problema, dunque, non è tagliare i dipendenti pubblici, il problema vero è motivarli”. Poi le conclusioni. “Questo è lo spirito del tempo che ci impone di non giocare in difesa – ha così concluso il vicepresidente De Mita – Le cose evolvono, ci sono tanti segnali di cambiamento ancora disorganici. Fondamentale sarebbe se provassimo a riorientarli con rigore e senso del dovere nei confronti di se stessi. C’è oggi una possibilità credibile e in provincia di Avellino, più che in altre aree della Campania, ci siamo già avviati su questa direzione”.

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