De Mita a tutto campo nelle ‘Giornate dell’Impegno Sociale’

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Montoro Inferiore – E’ stato un Ciriaco De Mita a 360 gradi quello di ieri sera alla frazione San Bartolomeo in occasione delle “Giornate dell’Impegno Sociale”. Ha toccato vari tasti della situazione politica mondiale, europea, italiana ed irpina sfoggiando il suo solito “ragionare di politica” con stile. Insieme a lui il sindaco Salvatore Carratù ed il presidente del Parco del bacino del Sarno, Andrea De Simone. E del sindaco ha ammirato la sua correttezza nelle ultime politiche in quanto era passato ad una nuova esperienza politica – “non come altri che invece hanno detto di votarmi ma hanno fatto di tutto per non farlo fare”. Ha rilevato che: “Non ho mai usato la forza per risolvere delle situazioni”. Fa un passo indietro quasi a voler cancellare una sorta di istrionismo che gli attribuivano: “Dopo essere stato Presidente del Consiglio ero contento perché non v’erano più le condizioni per farlo”. Sottolinea che: “la politica è prevedere gli eventi che verranno”. Prende applausi nel dire: “Quando morirò sarò democratico cristiano e posso dire di aver operato per il bene del Paese”. Ripercorre poi i vari passaggi politici affermando che: “Abbiamo liquidato una delle esperienze più interessanti del panorama politico italiano, quella della Margherita”. Non manca di ricordare Veltroni. “L’unica cosa seria detta da Veltroni, perché il resto sono solo aggettivi, è che ‘abbiamo sbagliato per 15 anni’, un po’ tardi però”. Con ironia ed humour tratta il suo allontanamento dal PD. “Fino a febbraio scorso – sottolinea – per i miei 80anni venivo celebrato in tutta la provincia, poi sono risultato rimbambito ed allora ho pensato: lo sono davvero? Invece credo d’essere rimasto giovane almeno nella testa”. Ha sottolineato che il bipartitismo creato “non risolve la crisi politica e che il disastro effettuato da Veltroni non dà voce ad un pezzo di politica italiana”. Applausi ed abbracci con amici di vecchia data e poi la consegna del “Premio Domenico e Pietro De Simone”, occasione questa che ha permesso una rimpatriata da parte di tutti i giornalisti irpini e salernitani. (di Dante Grimaldi)

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