De Giovanni (Pd): “Ridicolo chiedere le dimissioni della Lengua”

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Continua il botta e risposta tra le diverse anime del Partito Democratico. Anche Francesco De Giovanni, dirigente provinciale, interviene sugli ultimi avvicendamenti che hanno visto protagonisti Francesco Todisco e Caterina Lengua.
“Da quando Francesco Todisco è stato revocato dall’incarico di Vice Segretario del Pd Irpino, si è notevolmente alzato il tono della discussione all’interno del partito stesso tra le maggiori anime, quella della sinistra e quella dei cattolici popolari. Alcuni si meravigliano di questa situazione esplosiva, ma per noi addetti ai lavori non è assolutamente una novità, essa rappresenta una spina nel fianco, una discussione mai affrontata, sempre rimandata, di una anomalia che esiste ed è nata con lo stesso Pd sia a livello Provinciale, quanto a livello Regionale e Centrale.
Sbaglia chi lega questa situazione all’approvazione del bilancio consuntivo anno 2012 – chiuso peraltro in attivo. Certo non può passare inosservato il fatto che quell’approvazione ha visto votare contro l’On.le Paris, che pure si era giovata per la sua carriera personale di un partito organizzato, ed ha visto il vice segretario sostenere argomentazioni strumentali ed accusatorie, lasciando spazio ad una scia di polemiche al veleno. Di certo la vicenda appare singolare atteso che si trattava di approvare il consuntivo di un bilancio riferito ad un periodo cogestito politicamente dallo stesso Todisco assieme alla Lengua. E’ ovvio che le ragioni di questo infuocato scambio di battute vanno ricercate altrove e non solo nell’ultimo avvenimento. Non si deve discutere di un vice segretario che potesse liberamente dissentire o esprimere democraticamente la propria opinione per suscitare un dibattito all’interno del partito, ci mancherebbe altro, rappresenta la cosa più bella al mondo, ma si deve discutere di vice segretario che diventa l’esecutore materiale di un oscuro mandante il quale ha lo scopo di assumere una posizione egemonica per esercitare in via del tutto esclusiva una azione politica all’interno del PD provinciale. La riprova di tutto ciò sta nel fatto che, per tutta la durata di tale organigramma partitico, in ogni direzione abbiamo assistito a questo lungo scontro, a questo continuo e costante prevaricare di posizioni, di comportamenti tenuti dal Todisco, di polemiche su ogni posizione, di accuse fratricide e di accuse strumentali, oltre che di una misera pubblicità giornalistica, indebolendo ancora di più il partito. Vi è poi un altra responsabilità ancora più grave in quanto una volta rotti gli equilibri tra le due anime, la mancanza di coesione è stata interpretata come debolezza del Segretario provinciale e si è in tal modo prestato il fianco ad improvvisate sottocorrenti – capeggiate dai soliti pirati occasionali – che a loro volta ed erroneamente credevano di poter dare vita ad un nuovo organigramma ma per fortuna anche questo secondo progetto non è andato in porto – potendo la Segretaria Lengua fidare su un supporto stabile, leale e sottovalutato da altri. Oggi, a pochi mesi dalla scadenza congressuale, chi si è accorto di aver sostenuto e creduto in un progetto nato male, ancora una volta e strumentalmente, mediante una campagna mediatica che in questi giorni stiamo assistendo, consapevoli di questi fallimenti e consapevoli del fatto di aver gettato fango sul PD, riferiscono che si vuole trasformare il PD in una caricatura della vecchia DC, usando termini che appartengono al passato ed ancora una volta adottando la strategia di addossare la colpa delle proprie responsabilità e del proprio fallimento ad altri, ma basta riflettere sulle vicende che sono avvenute all’interno del Consiglio comunale di Avellino nella passata consiliatura del Sindaco Galasso, per comprendere la chiave di lettura di queste dinamiche fallimentari.
La consapevolezza del proprio fallimento politico sta nel fatto di non avere argomentazioni politiche a sostegno del proprio progetto, chiedere le dimissioni alla Segretaria Lengua dopo tutto questo non ha alcun senso, se non quello di riconoscere ed accettare il proprio declino politico. Mai la segretaria Lengua ha assunto alcuna posizione autonomamente ma sempre all’interno della direzione, sulla esposizione delle sue relazioni, lì si è discusso e stabilito di alleanze politiche, sappiamo tutti qual è stata la posizione assunta da SEL alle amministrative, oppure nelle nostre amministrazioni, lì si è discusso di larghe intese – addirittura tre direzioni su tali temi si sono tenute – lì si è discusso della candidatura di Foti, tutto ciò che invece non si discute nel direttivo, non potrà essere preso in alcuna considerazione da parte dei dirigenti di partito.
Per fortuna il PD nella Provincia di Avellino è ancora vivo e vegeto ed ognuno di noi che appartiene al Direttivo Provinciale, ha la responsabilità di mantenere vivo questo patrimonio culturale, non solo elettorale, facendo la propria parte oltre il ruolo che riveste. Non capisco perché chi non crede nel PD, chi è nemico del PD, chi non sostiene una coesione gestionale nel PD, non faccia semplicemente un passo indietro e non lo capisco in quanto nella politica contano i numeri e chi non accetta e non rispetta i numeri, semplicemente non può inventarsi altre vie. Devo però rimproverare una cosa alla segretaria Lengua, quella di non aver agito prima, di aver indugiato troppo, di aver atteso oltre i tempi l’adozione di una atto che andava fatto ai primi segnali di una tale distorsione politica”.

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