Dati Cles, Cgil: “Visite diluite, Asl latitante”

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La CGIL di AVELLINO ha partecipato questa mattina alla riunione del Cles di Avellino per conoscere i consueti dati sul lavoro nero ed irregolare verificati nel corso delle visite degli organi ispettivi. Con rammarico apprende la notevole diminuzione dei controlli, sebbene non siano mutati i dati relativi alle percentuali di aziende che fanno ricorso al lavoro nero ed irregolare e contravvengono all’applicazione delle norme sulla sicurezza.
Dai pochi dati diramati rispetto alle precedenti sedute del Cles, quando le visite erano diverse decine mentre oggi si apprende che in alcuni casi gli organismi ispettivi si sono limitati a 3 o 4 ispezioni, si conferma la pervasività del fenomeno illegale, in particolar modo nel commercio, in edilizia ed in agricoltura, dove le irregolarità sono state riscontrate nel 100% delle aziende visitate.
L’altro aspetto che suscita perplessità riguarda la latitanza dell’Asl di Avellino nell’opera di prevenzione e repressione del lavoro nero ed irregolare.
“L’Asl dispone di un consistente numero di ispettori che inspiegabilmente – afferma Antonio Famiglietti, segretario organizzativo della Cgil di Avellino – non effettuano controlli. Abbiamo fatto presente alla dottoressa Ferullo della Prefettura la circostanza che ha preso impegno di chiedere lumi alla struttura sanitaria riguardo alla mancata azione di controllo. Non siamo inoltre soddisfatti – dice Famiglietti – dell’azione svolta dagli organi ispettivi, che a causa della sempre più evidente ristrettezza di uomini e risorse non svolgono più la stessa mole di lavoro. Manca ancora – aggiunge Famiglietti – quel carattere sinergico e sistemico che occorrerebbe attribuire all’azione degli organi ispettivi. La Provincia di Avellino, sia stando ai dati pregressi, sia a quelli diramati oggi, è ampiamente interessata dal fenomeno del lavoro nero e delle irregolarità contributive. I casi molteplici di infortuni gravi e mortali, le numerose denunce del sindacato, le notizie di cronaca ci restituiscono un quadro allarmante, che è reso ancor più grave dal rallentamento dell’azione degli organi ispettivi. Incredibilmente la struttura dell’Asl, la più attrezzata in termini di uomini e risorse, non apporta alcun beneficio all’azione di controllo. Permanendo tale situazione, la Cgil si dichiara non più interessata a partecipare al Cles, solo per ratificare i resoconti delle azioni degli organismi di controllo.
La nostra presenza – conclude Famiglietti – ha voluto rappresentare uno stimolo in termini di proposte che più volte abbiamo avanzato e di contributo per fronteggiare il lavoro nero ed irregolare. O si ritorna ad attuare un sistema di controllo capillare acquisendo nuove sinergie e coinvolgendo l’Asl in maniera fattiva anche in termini di prevenzione, o la nostra esperienza può dirsi conclusa in seno al Cles”

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