“Dateci le chiavi e non vi ammazziamo”: le minacce agli agenti poi detenuto massacrato

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AVELLINO- “Dateci le chiavi del piano terra destro e non vi ammazziamo”. In carcere comandavano loro e quella sera lo avrebbero dimostrato. La sera in questione e’ quella del 22 ottobre scorso questa sarebbe stata una delle varie minacce di morte, con tanto di aggressione, rivolte dai detenuti coinvolti in una vera spedizione punitiva contro un altro internato ai due agenti penitenziari in servizio di controllo nel carcere di Bellizzi Irpino quella sera, pochi minuti dopo in undici avrebbero massacrato di botte un altro detenuto della sezione al primo piano del penitenziario, prelevandolo dalla sua cella, la numero 8 e trascinandolo al piano terra, dove era stato lasciato in fin di vita e recuperato dai detenuti del primo piano, che erano stati respinti con bombolette esplose e estintori dagli aggressori. Inquietante quello che sarebbe avvenuto, una scia di sangue dal piano dove era stato prelevato fino al piano terra, dove erano internati i suoi aggressori. Tutto immobilizzando i due agenti, che quella sera dovevano vigilare su tre Sezioni del penitenziario, portando via anche le chiavi per salire al primo piano, dove avrebbero prelevato successivamente Paolo Piccolo. Uno stratagemma, quello di tre detenuti che avevano chiesto di andare in infermeria, solo un modo per accerchiare il boxe degli agenti e costringerli a farsi consegnare le chiavi. Cinque mesi dopo, arriva la risposta dello Stato. Ci hanno pensato gli agenti della Squadra Mobile di Avellino e quelli del Nucleo Investigativo della Polizia Penitenziaria, che coordinati dalla Procura guidata da Domenico Airoma ( la Sezione Criminalita’ intramuraria guidata dall’aggiunto Francesco Raffaele e il pm Luigi Iglio), notificando in vari penitenziari italiani undici misure cautaleri firmate dal Gip del Tribunale di Avellino Elena Di Bartolomeo, tutti presunti autori del violento pestaggio del detenuto poco più che ventenne, ancora ricoverato a causa delle ferite riportate al Moscati di Avellino.
GLI INDAGATI
Ad essere raggiunti dalla misura cautelare per tentato omicidio (gia’ nei loro confronti c’era stata un’ informazione di garanzia per i sequestri e gli accertamenti sul Dna su bastoni e abiti), resistenza a pubblico ufficiale e sequestro di persona sono stati Crisci Sabato Francesco, 20 anni, di Baiano, detenuto per l’omicidio Lippiello avvenuto a Baiano nel febbraio del 2024 Osemwegie Nelly, 36 anni, nigeriano, che e’ stato tra i più attivi sia nel colpire gli agenti che nel percuotere violentemente il ventenne detenuto, Tarallo Valentino, 31 anni, di Napoli, Zona Raffaele, 30 anni, di Campobasso, Paudice Agrippino, 26 anni, di Napoli, Capone Giovanni, 27 anni, di Napoli, Gallo Luigi, 42 anni, di Sarno (SA), Benedetto Luciano, 40 anni, di Salerno, Flammia Giovanni, 38 anni, anche lui avellinese, coinvolto in una tentata rapina e in altre due rapine contestate a Salerno, Milo Pasqualino, 42 anni, di Cercola (NA), Pisapia Vincenzo, 28 anni, napoletano. Sono difesi dagli avvocati Antonio Falconieri, Lucio Coppola, Fabio Gentile, Francesco Liguori, Antonio Izzo, Domenico Dello Iacono, Dario Carmine Procentese, Vincenzo Rispoli, Antonella Senatore, Angelo Peccerella, Gerardo Santamaria ed Eduardo Izzo. Le indagini della Polizia Penitenziaria erano scattate quella sera stessa, quando erano stati sequestrati 14 bastoni in legno, una spalliera metallica e una spranga metallica, la gran parte degli oggetti erano stati ricavati “dal danneggiamento di tavoli in uso alle camere detentive”. Dalle immagini della videosorveglianza, di cui gli aggressori non si erano curati affatto e dagli elementi raccolti, si è giunti alla svolta nelle investigazioni e alla misura cautelare. Brutali ed efferate le modalità con cui il detenuto era stato trascinato dalla sua cella e aggredito e anche la violenza e le minacce nei confronti del personale.