D’Andrea: “Dedico la B ad Orazio.Un amico che non dimenticherò mai”

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Quattro stagioni ad Avellino condite da due retrocessioni ed altrettante promozioni. Un avvio di torneo esaltante quello di Alessio D’Andrea, un finale un pò meno brillante che ha macchiato un anno abbastanza positivo. Un suo errore nella finale di andata ha rischiato di far rimanere i lupi all’Inferno. Il goal di Rivaldo per lui, come del resto per tutto il popolo irpino, è stato una vera e propria liberazione. Ha attraversato momenti bui, ha superato i numerosi attacchi dei tanti che gli avevano puntato contro l’indice accusatore, ma nonostante tutto non si è mai abbattuto, rialzando sempre la testa, credendo nei propri mezzi. È tra i veterani del gruppo per permanenza in maglia biancoverde, ma a volte commette errori di inesperienza che spesso lo portano nell’occhio del ciclone. Il 26enne centrale romano, se la società vorrà, è pronto a proseguire l’avventura all’ombra del Partenio, pronto ad essere ancora un lupo. Adesso, come il resto dei suoi compagni, si godrà il meritato riposo, di rientro dalle vacanze discuterà con la società l’eventuale rinnovo del contratto che scadrà nel 2008.
Un successo più bello di quello ottenuto ai danni del Napoli. Quella vittoria è entrata nella storia, ma questa per come è arrivata lascerà in tutti noi qualcosa in più, sei d’accordo?
“Sono due vittorie abbastanza diverse, in quell’anno partivamo sfavoriti, mentre ora eravamo la squadra da battere. È stata una sofferenza atroce, ma alla fine siamo riusciti a riportare l’Avellino in serie B. Con il successo ai play-off abbiamo fatto soltanto il nostro dovere, visto che fino alla fine si è lottato per il primo posto. Il goal di Rivaldo è arrivato proprio nel momento in cui la gente non ci credeva più, è stata una rete formidabile che ha premiato tutti i nostri sforzi e che ha consegnato alla città il posto che merita. Sono felice per ‘Riva’, è un ragazzo che ha sempre lavorato in silenzio senza creare problemi rispettando le scelte del mister. Il suo impegno è stato premiato da quel pallone scagliatosi in porta proprio nell’ultimo minuto della gara. Un successo davvero stupendo che ci ripaga dei tanti sforzi fatti durante l’anno. È stata una stagione difficile, con tanti problemi”.
C’è stato un momento in cui anche la squadra ha temuto il peggio, quando è stato buttato fuori Ametrano si è diffuso il timore di non farcela, della fine del sogno?
“Mai perché non siamo abituati ad arrenderci. È stata dura: il Foggia è un buona squadra, composta da giocatori di esperienza e qualità che ci hanno messo in difficoltà fino alla fine, poi quella prodezza ci ha permesso di riaprire i giochi. Nei supplementari, nonostante l’iniziale inferiorità numerica dovuta all’espulsione di Ametrano, che il mister aveva fatto entrare al mio posto per dare una maggiore spinta, non c’è stata praticamente storia. Da parte nostra è stato importante, anzi fondamentale riuscire a conservare il secondo posto che ci ha dato un vantaggio indescrivibile permettendoci di giocare la seconda gara in casa. Adesso godiamoci questa grande promozione e tra venti giorni ricominceremo a lavorare”. Ora che siamo tornati in B, non si devono commettere gli errori del passato. Bisogna conservare la cadetteria a tutti i costi: “Io posso solo dare un consiglio ai miei dirigenti, prima di guardare altrove si lavori su quello che si ha in casa. Questo gruppo è composto da tanti giocatori validi che possono dare il proprio contributo anche in cadetteria. Siamo riusciti a rialzarci nel momento più difficile”.
A chi i maggiori meriti per questa importante impresa?
“È la vittoria di tutti, del gruppo, della società, della gente che ha sofferto sugli spalti, di coloro che hanno pregato per noi da lontano”.
Qualche rito particolare per la vittoria?
“Sì, insieme a Puleo e Biancolino siamo andati a ringraziare la Madonna di Montevergine, sulla vittoria c’è la sua mano”.
A chi dedichi questo pronto ritorno nel calcio che conta?
“Lo dedico alle persone che mi sono state vicine, alla mia famiglia e allo scomparso Orazio, un amico che non dimenticherò mai. Questa B è anche per lui”. (di Sabino Giannattasio)

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