Pasquale Manganiello – I contenuti espressi ieri in Consiglio comunale dal consigliere di minoranza e vice presidente della Provincia, Mimmo Palumbo, evidenziano la volontà politica di tendere la mano a Paolo Foti ed andare avanti almeno per i prossimi 100 giorni con una Giunta di alto profilo.
Emergono però delle contraddizioni evidenti nel suo districarsi tra motivazioni e accuse che andiamo qui a snocciolare.
Palumbo dice: “sono contrario al commissariamento. So bene a cosa andiamo incontro. Sette mesi sono troppi.”
Se Palumbo è contrario al commissariamento perchè ha sottoscritto un documento di sfiducia che, se votato dall’aula, porterebbe irrimediabilmente al commissariamento? Non si è capito.
Il consigliere di minoranza afferma: “Foti in maniera molto nobile ha parlato di una larga intesa”. Più che in maniera nobile ne ha parlato come di un’ultima spiaggia. La mia maggioranza mi ha abbandonato, facciamo insieme l’ennesimo rimpasto e andiamo avanti fino a fine consiliatura con i “vostri” assessori. Un mercato delle vacche che ha poco di nobile, che è totalmente privo di dignità politica.
E poi: “il sindaco si è rivolto a noi perchè siamo un’opposizione costruttiva.” Il sindaco si è rivolto all’opposizione perchè l’alternativa sarebbe stata andare a casa. Ed un’opposizione costruttiva, in genere, tende a mandare a casa un sindaco che ha appena ammesso di aver fallito. Farci insieme l’accordicchio di fine mandato ha poco o nulla di costruttivo. Citando il consigliere Giordano: “si chiedono 100 giorni ma non basterebbero cento anni per fare le cose rimaste incompiute in questi tre anni e mezzo.”
Ed infine: “il documento di sfiducia era pronto, ma durante la pausa, la maggioranza ha trovato solo scuse. Le firme non sono arrivate mentre la mia c’era.” – ha concluso Palumbo.
Quindi è sopraggiunta l’offerta che non si può rifiutare ed il documento di sfiducia rimarrà nel cassetto fino a quando qualcosa andrà storto.
Altro che contraddizioni, qui fila tutto.