Avellino – “La coalizione è lacerata, ma tenteremo di ricostruirla per senso di responsabilità nei confronti della città. La Margherita è sembrata isolata nel centrosinistra, ma quella sensazione nasce dal fatto che non corre dietro agli umori, ma si fa guidare dal senso di responsabilità. Galasso ha fatto bene a dimettersi, perché gli alleati non hanno rispettato gli accordi di massima conclusi prima del Consiglio”. I coordinatori cittadino e provinciale della Margherita, rispettivamente Enza Ambrosone e Giuseppe De Mita, questa mattina hanno incontrato i giornalisti presso la sede di via Tagliamento per chiarire la posizione che il fiorellino ha assunto in queste ultime settimane sulla crisi al Comune capoluogo e non per rispondere alle accuse lanciate dagli alleati. “Non vogliamo lanciare messaggi di fumo agli altri partiti – ha precisato De Mita – ma intendiamo parlare alla città per spiegare cosa è accaduto. Le innovazioni creano sempre dissensi – ha aggiunto – anche quando si decise di realizzare l’Ofantina ci fu chi dette battaglia e adesso tutti chiedono che venga allargata, per ora assumiamo la responsabilità di ritenere che il tunnel aiuti la città, poi vedremo se avremo avuto ragione. Del resto, stiamo parlando di un buco e non degli indirizzi strategici secondo i quali siamo visti come la periferia di Salerno. Noi crediamo che l’Udeur abbia tante proposte sulle questioni affrontate, ma non le vediamo ed ho la sensazione – ha aggiunto – che non ci siano questioni sulle quali confrontarci, ma il tentativo di liberarsi dalle responsabilità”. Il coordinatore provinciale ha respinto categoricamente l’accusa avanzata da chi ha visto la Margherita come il partito arrogante che decide senza consultare gli alleati, precisando che l’anno scorso il fiorellino, proprio sul decisionismo del presidente, aprì la crisi alla Provincia sui fondi fars e in quella occasione qualcuno disse che rientrava nelle competenze di Alberta De Simone qualsiasi decisione e in virtù di questo venne approvato il bilancio con l’assenza di alcuni assessori e adesso si condanna il decisionismo del sindaco Galasso ed il fatto che abbia deciso di andare avanti con l’assenza di alcuni assessori: “Una delle due strade è falsa – ha detto De Mita – ma non dobbiamo formalizzarci, perché, come ha detto il coordinatore provinciale Ds, Carmine Russo, Avellino è una responsabilità di tutti”. Enza Ambrosone ha evidenziato che sulle questione lsu e tunnel era stato raggiunto un accordo di massima, in forza della quale vi erano le condizioni per una mediazione, di cui si era fatto carico il sindaco per il ruolo di sintesi che svolge nell’ambito della coalizione, ma, risultando smentito dagli alleati, aveva fatto bene a rassegnare le dimissioni. “Non siamo stati noi ad aver cambiato idea – afferma Ambrosone – sono stati gli alleati ad aver assunto una posizione incomprensibile, anche perché non si può accusare il sindaco di mancanza di decisionismo e, contemporaneamente, smentirlo nel merito delle scelte comunicate in Consiglio. Facciamo ammenda per non aver spiegato bene alla città il progetto relativo al tunnel – ha aggiunto il coordinatore cittadino – tuttavia abbiamo incontrato i commercianti dai quali non abbiamo raccolto il dissenso, ma solo la preoccupazione per il danno che potrebbe derivare alle loro attività durante la realizzazione del tunnel. E su questo aspetto noi crediamo che si possano prevedere sgravi fiscali per i titolari delle attività commerciali che dovessero risultare danneggiate”. Ambrosone ha confermato che il progetto è utile, perché consentirà il superamento della trasversalità nord-sud ed il recupero dello spazio della piazza, che è il simbolo della città. In merito alla deliberazione di giunta del 19 marzo 2007, attraverso la quale è stato approvato il progetto esecutivo, il coordinatore cittadino ha precisato che si trattava di un adempimento tecnico dettato dalla legge Merloni, che non aveva alcun valore politico. La Margherita, dunque, riparte dall’accordo di massima, che era stato raggiunto prima della riunione di Consiglio nel corso della quale il sindaco Giuseppe Galasso si è dimesso dalla carica, per ricostruire il rapporto di coalizione, allo stato non più esistente. Ma De Mita avverte: “Non staremo nel fortino con gli indiani che ci girano intorno”. Sui lavoratori socialmente utili Ambrosone ha avvertito che Global Service non significa stabilizzazione, perché la società era nata, in capo alla passata amministrazione, per esternalizzare alcuni servizi che non possono essere svolti in house dal Comune ed ha aggiunto che, in realtà, il problema riguarda 43 lavoratori e non 58, tenuto presente che dieci andranno ai servizi sociali e cinque alla piscina comunale. E De Mita ha aggiunto che “per senso del dovere occorre affermare che non è giuridicamente possibile fare la Global service, prendere il contributo regionale, avviare il servizio e cedere le quote ai privati”. Alla conferenza stampa hanno partecipato il capogruppo consiliare, Guido D’Avanzo, i consiglieri e gli assessori comunali.
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