Crisi della nocciolicoltura nel Baianese: l’appello di Salvatore Alaia alla Regione

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“Chi ha vissuto sulla propria pelle il sacrificio del lavoro agricolo non può restare in silenzio davanti a quanto sta accadendo ai contadini del Baianese e di gran parte del territorio irpino”. È con queste parole che Salvatore Alaia, già due volte sindaco di Sperone e da sempre vicino al mondo rurale, interviene duramente sulla profonda crisi che da anni colpisce il settore della nocciolicoltura campana, simbolo identitario e patrimonio economico di intere famiglie.
In un intervento sentito e carico di indignazione, Alaia denuncia una situazione che, giorno dopo giorno, si fa sempre più insostenibile: “Una tradizione familiare costruita con il sudore e i sacrifici dei nostri padri sta morendo nell’indifferenza generale. Chi ha responsabilità istituzionali, invece di agire, si limita a proclami e promesse mai mantenute”. Nel mirino la Regione Campania: “Solo chiacchiere, nessun risultato”

Nel suo sfogo, l’ex sindaco non risparmia critiche alla Regione Campania, colpevole – a suo dire – di aver abbandonato completamente il comparto agricolo. “Sono anni che si parla di sostegni, piani strategici, interventi mirati. Ma alla fine arrivano solo misure tampone, del tutto inefficaci”, attacca Alaia, puntando il dito contro il Presidente Vincenzo De Luca, l’assessore all’agricoltura Nicola Caputo e il presidente della commissione Agricoltura Maurizio Petracca. “Incapaci e incompetenti, distintisi solo per dichiarazioni senza seguito concreto”, tuona.

Il quadro dipinto è desolante: agricoltori che, dopo anni di lavoro incessante, sono costretti ad abbandonare i propri campi, lasciati soli a fronteggiare una crisi strutturale fatta di crollo dei prezzi, malattie delle colture, costi di produzione insostenibili e mancanza di infrastrutture. “Questi uomini e donne lavorano in condizioni estreme, aggrappati a una speranza che ogni giorno si scontra con una realtà durissima”, prosegue Alaia.
Per l’ex sindaco, la soluzione non può più essere affidata a politiche emergenziali o finanziamenti episodici. “Non basta dichiarare lo stato di calamità e distribuire briciole: serve uno studio serio, completo, affidato a professionisti del settore”, afferma, indicando nella Facoltà di Agraria dell’Università di Portici l’ente più adatto per un’indagine scientifica approfondita sulle cause del declino della nocciolicoltura irpina.
“I problemi vanno affrontati sul campo, con analisi agronomiche puntuali, alla ricerca di soluzioni strutturali. Solo così si può pensare a un rilancio vero del settore”, conclude.
L’intervento di Salvatore Alaia è il segno di un disagio profondo, che attraversa silenziosamente le campagne dell’Irpinia. Ma è anche un grido di dignità: quello di una terra che non vuole morire in silenzio, e che chiede con forza attenzione, rispetto e risposte concrete da parte delle istituzioni.