AVELLINO- Fiamme Gialle in trasferta nel casertano per eseguire il decreto di richiesta di atti firmato dai pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio nell’ambito delle indagini sui presunti corsi fantasma per cui la società di Corso Europa avrebbe ottenuto delle compensazioni fiscali. I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Via Pontieri, agli ordini del tenente colonnello Alessio Iannone e del comandante del gruppo il capitano Izzo, hanno fatto accesso presso la sede della società casertana che avrebbe organizzato i corsi fittizi finiti nel mirino della Procura. Insieme a loro anche il consulente tecnico dei pm avellinesi, l’ingegnere Martini. Nel mirino degli accertamenti ci sono a quanto pare tutti i documenti, comprese le fatture emesse per i corsi a favore della società da Alto Calore e la documentazione relativa alle attività svolte dalla società per conto dell’azienda di Corso Europa. Nel corso dell’accertamento ci sarebbero stati anche dei sequestri di materiale informatico e dispositivi telefonici. Le indagini avviate con il vero e proprio blitz nella sede di Corso Europa qualche giorno fa, dunque continuano. Anche perche’ i militari delle Fiamme Gialle sono ancora impegnati nella ricerca di materiale e documenti utili per gli accertamenti.
LE ACCUSE
Quattro informazioni di garanzia , per lo stesso presidente del Cda dell’ Alto Calore Michelangelo Ciarcia e tre dirigenti per la violazione degli art.8 e 10 della legge 74/2000, si tratta di reati tributari ed in particolare le contestazioni provvisorie da parte della Procura di Avellino e dei militari del Nucleo Pef delle Fiamme Gialle riguardano la presunta emissione di fatture per operazioni inesistenti nei confronti di una societa’ di consulenza e l’indebita compensazione per tre anni prodotta dalle spese per un corso di formazione che risultavano a livello erariale, anche in questo caso solo fittiziamente riportati. Ovviamente su tratta di una contestazione provvisoria e saranno le indagini ad appurare se le accuse hanno o meno fondamento. Tutti erano stati interrogati nella stessa sede dai pm, alla presenza dei loro legali (i penalisti Nello Pizza, Marino Capone e Benedetto Vittorio De Maio).