Porte riaperte, ma solo per novanta minuti. Il Partenio dopo aver ritrovato i propri tifosi, chiude nuovamente i cancelli, questa volta non per lavori, ma causa squalifica. Qualche tifoso più caldo ci ‘ricasca’ e l’impianto di Via Zoccolari viene nuovamente chiuso. La maledizione sull’impianto dei lupi non termina, prima la squalifica del 24 maggio 2006 (dopo Avellino-Vicenza) che costrinse i biancoverdi a disputare l’andata dello spareggio salvezza contro l’Albinoleffe, al Curi di Perugia, poi le porte chiuse del 10 aprile scorso in seguito ad Avellino-Ternana, dove venne ‘punito’ l’intero staff dirigenziale, infine le due giornate comminate dal giudice sportivo dopo l’invasione del terreno di gioco in occasione della finale dello scorso 17 giugno contro il Foggia. Adesso, ‘salvo miracoli’ si dovrà cercare un impianto alternativo, un campo che permetta la disputa dell’incontro con il Piacenza di mister Remondina, valevole per l’ottavo turno di campionato. La società nell’arco delle 24 ore presenterà ricorso. Il ‘colpevole’ sembrerebbe sia stato individuato da uno steward che avrebbe già consegnato il nome all’Us Avellino. In aiuto dei lupi potrebbe esserci anche il sistema di videosorveglianza. Pesante anche la squalifica di Maietta (si farà appello alla prova Tv per cercare di far ridurre la sanzione). Le tre giornate inflitte al difensore “per aver colpito con due schiaffi al volto un calciatore avversario” -questo quanto scritto dal signor Ayroldi nel referto post gara- creano non pochi problemi al tecnico Carboni, costretto a dover rinunciare già a Corallo e Defendi per infortunio. Una brutta tegola per l’allenatore aretino che avrà a questo punto gli uomini contati nel reparto arretrato per le difficili gare contro Chievo ed Ascoli. Per domani era prevista l’apertura ufficiale della campagna abbonamenti, ma quest’ultimo evento potrebbe costringere i Pugliese a rivedere i propri programmi. L’ennesima ‘sciagura’ ci deve far riflettere, questa società, questi colori oramai sono nell’occhio del ciclone per precedenti ‘scomodi’, e seppur non si è d’accordo con l’arbitro non si condivide la sua direzione di gara, bisogna restare calmi. La serie B è un patrimonio di tutti, va conservata, ma per farlo ognuno dovrà fare la propria parte. Il cammino è già difficile, gli ostacoli da superare per evitare l’ennesimo ascensore sono già tanti… evitiamo di complicarci ulteriormente la vita.
(di Sabino Giannattasio)
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