«Così avevamo deciso di ridimensionare Biancardi». L’incipit del racconto è già di per sè accattivante. Quella che Fabio Conte, ex assessore al bilancio comunale di Avella, fa alla stampa è la rivelazione choc del piano al quale lui ed altri due consiglieri comunali, Michele Salapete e Antonio D’Avanzo, hanno lavorato per settimane al fine di ridimensionare politicamente il sindaco Biancardi. Un piano che, per certi versi, è stato parzialmente condiviso anche dai consiglieri Agostino Vitale e Giuseppe Ponticelli, salvo poi l’improvvisa marcia indietro di tutti e quattro. Rimasto solo, Conte ha voglia di raccontare quello che è avvenuto. «Nelle settimane scorse, prima della ripresa dei lavori di settembre, ho avviato un giro di consultazioni con diversi consiglieri di maggioranza durante il quale, discutendo, avevo presagito un certo malessere degli stessi nei confronti del sindaco e della giunta tutta, malcontento da me condiviso. In quella sede – aggiunge Conte – convenimmo le azioni da intraprendere. A differenza dei miei interlocutori, evidenziai la necessità di non chiedere la testa degli assessori, ma di imporci pretendendo dal sindaco un cambio di “metodo”. Tutti eravamo d’accordo, infatti, che qualcosa era cambiato rispetto al primo anno di governo. Un po’ per la perdita di entusiasmo da parte di qualcuno, un po’ per l’autoritarismo del sindaco che non ha mai coinvolto la maggioranza nell’assunzione delle scelte, si è giunti a decisioni non mediate o concordate, che facevano capo solo Biancardi e ai suoi fedelissimi. Un dato: da quando non sono più capogruppo di maggioranza non ho mai più avuto il piacere di essere contattato per una riunione. Si pensi anche a come è stato gestito piano parcheggi, oppure alla vicenda della Fondazione, struttura inoperante da circa un anno e mezzo. Ecco, quindi, che l’intenzione del gruppo era quella di chiedere al sindaco un cambio di prospettiva per rilanciare alcuni punti salienti del programma». Qualcosa però è andato storto. Dopo tante riunioni, i propositi belligeranti dei consiglieri che tramavano contro il primo cittadino vengono meno. «Tutto è svanito per magia – racconta Conte – Oggi, comprendo meglio cosa è accaduto. L’obiettivo dei consiglieri con i quali mi sono confrontato era differente dal mio. La loro presenza a quegli incontri era per tutelare se stessi. Ciascuno faceva leva sul gruppo per rilanciarsi. Sinceramente, sospettavo che qualcuno facesse il doppio gioco ma, volutamente, ho tastato il terreno per capire fin dove arrivava la miopia di questi personaggi». Conte tiene a precisare che il golpe ai danni di Biancardi «non era diretto allo scioglimento della consiliatura, bensì a dare nuova linfa all’amministrazione comunale». Il fallimento dell’azione politica, adesso, potrebbe dar adito ad un effetto boomerang, i cui effetti però non sono affatto temuti dall’ex assessore. «Mi ritrovo solo, ma non è questo il dramma – aggiunge Conte – Piuttosto, preoccupa la mancanza di dignità che hanno avuto taluni. Chi ne esce sconfitto è ancora una volta il popolo di Avella che continuerà ad essere rappresentato da questi personaggi che “giocano” per sè stessi e non per la collettività. Sono fiero di essere solo perché ho il mio metodo ed intendo perseguirlo sempre alla stessa maniera. Moralmente, non mi reputo all’altezza di interloquire con questi soggetti per cui faccio appello a tutte le forze sane del paese affinché si intraprenda un percorso comune per raggiungere i giusti obiettivi». Traduzione: formalmente Conte resta nella maggioranza ma solo per combattere il sistema dal di dentro.
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