Nella stessa sala in cui poco più di sei mesi fa si festeggiava il successo di Avellino campione d’Italia si è consumato l’ennesimo teatrino della politica cittadina. Il Consiglio comunale è stato l’indegno palcoscenico di quella che potrebbe essere considerata a tutti gli effetti la giornata che ha fatto scrivere la parola “fine” sull’avventura della S.S. Felice Scandone, e non solo. Ma procediamo per gradi. Al punto uno dell’ordine del giorno c’era la firma di garanzia da parte del Comune che avrebbe sbloccato i fondi del credito sportivo, necessari per la realizzazione dei lavori al “Del Mauro”. Questi soldi, in attesa del via libera, sono stati anticipati dal presidente della Scandone Vincenzo Ercolino. Il numero uno di Piazza Libertà aveva nei mesi scorsi richiesto a gran voce la riunione in assise per far sì che questi fondi venissero dati e proprio negli scorsi giorni erano piovute rassicurazioni positive sia da alcuni esponenti dell’opposizione che dal sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso. In una sala gremita di tifosi (Original Fans ma anche tanti genitori con famiglia al seguito e liberi professionisti) a prendere la parola è stato l’assessore Sorice che, nel suo discorso di apertura, ha annunciato l’arrivo di una nota da parte della Prefettura – Commissione Spettacoli – la quale invitava il consiglio a verificare con accuratezza la prassi dei lavori. Alla luce di questa nuova informazione, il Consiglio è stato sospeso, inizialmente per cinque minuti, per dare modo ai capigruppo di riunirsi. Questo appunto non aveva nulla a che vedere con l’approvazione o meno della fideiussione. Inoltre, Asl e Vigili del Fuoco, membri della commissione vigilanza, avevano già espresso parere positivo all’inizio dei lavori. Pertanto, mancava solo il parere degli altri membri della commissione, il quale sarebbe potuto arrivare anche ad interventi finiti del Palazzetto. Ai fini burocratici tale parere non inficierebbe assolutamente con l’emissione o meno della fideiussione e non è propedeutico all’avvio dei lavori. I minuti, dai 5 che erano stati prefissati, iniziano a diventare 20, poi 30. Dalle rispettive riunioni escono voci confuse, tutte contrastanti. Nella gremita sala, dov’era presente il presidente Vincenzo Ercolino insieme al figlio Luigi, inizia a salire la tensione.
Tensione che esplode quando, alla riapertura della seduta, l’assessore Sorice comunica il ritiro del primo punto dell’ordine del giorno. “E io mi ritiro da presidente della Scandone Avellino, che fallirà lunedì”: queste le prime parole di Vincenzo Ercolino, trattenuto poi dal comandante dei vigili Tirri. Tra giornalisti, tifosi, spettatori, addetti ai lavori e non scoppia lo sconcerto. Dai seggiolini iniziano a volare insulti e parole grosse e uno stordito e spaesato Giuseppe Vetrano prova inutilmente a prendere la parola per passare al secondo punto all’ordine del giorno. Ordine del giorno che non verrà mai discusso: l’opposizione si ritira dal Consiglio, come spiega il capogruppo di An D’Ercole “a causa del gravissimo atto perpetuato ai danni dell’intera città di Avellino”. A rimanere in sala sono solo i malumori dei presenti, accompagnati da qualche lacrima di rabbia. Insomma, il sogno chiamato Scandone potrebbe presto arrivare al termine.
La città, non solo la squadra, si aspettava che da questo Consiglio emergesse “…un forte segnale di vicinanza all’intera popolazione per un progetto di valenza sociale”, come ha detto qualcuno. La politica, però, ha prevalso ancora una volta. I consiglieri si sono rimbalzati le responsabilità: “E’ colpa di una maggioranza divisa”. “No è colpa dell’opposizione”.
Ma quello che si auguravano tutti, ovvero una coesione che andasse al di là degli schieramenti di bandiera in favore di quello che è l’onore più grande di Avellino nonché valvola di sfogo di migliaia di giovani, non c’è stato. La Coppa Italia potrebbe diventare solo un piacevole e isolato ricordo, le cui memorie sono conservate anche in Comune, con le foto dei festeggiamenti in pompa magna. Tutti amici e felici. L’Europa delle grandi, il successo, la gloria, rischiano di rimanere un sogno quasi accarezzato, ma mai toccato del tutto.
Sulle pagine dei giornali nazionali Avellino potrebbe essere nuovamente presente solo per l’immondizia. Ma, a questo punto, se l’è cercata.
Ma non è tutto perduto. Già nella seduta del 23 settembre ogni lacrima potrebbe esser trasformata in sorriso e la querelle potrebbe trovare soluzioni positive. E’ quello che si augurano tutti.
(di Giuseppe Matarazzo)
Redazione Irpinia
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