Nella seduta odierna, il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Paolo Romano, ha proseguito nell’esame del disegno di legge “Modifiche all’art. 5 della legge regionale 7 gennaio 1983 n. 9 – norme per l’esercizio delle funzioni regionali in materia di difesa del territorio dal rischio sismico”, il cui titolo è stato modificato, con un emendamento, in “Modifiche legislative”. Il testo, che dovrà essere approvato dal Consiglio nella sua globalità, contiene, infatti, diverse modifiche normative riguardanti, innanzitutto, la legge regionale sui rifiuti, nel senso di una attenuazione del principio di provincializzazione della gestione del ciclo di smaltimento dei rifiuti solidi urbani (la relativa proposta emendativa, a firma del capogruppo di “Caldoro presidente, Gennaro Salvatore, è stata approvata, a seguito dell’intervento del Presidente della Regione, Stefano Caldoro e di un ampio dibattito, nella seduta consiliare di lunedì scorso) e lo snellimento, ove possibile, delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni per il rischio sismico. Nella seduta odierna, il Consiglio ha approvato diversi subemendamenti, ma il voto finale sul testo di legge è stato rinviato alla prossima seduta del Consiglio regionale (che la Conferenza dei Capigruppo ha programmato per martedì prossimo dalle ore 11,00 ad oltranza), come sollecitato dal capogruppo di “Caldoro presidente”, Gennaro Salvatore, e dal capogruppo del PdL, Fulvio Martusciello, che hanno evidenziato la necessità di giungere tempestivamente alla approvazione del disegno di legge “per dare una risposta immediata alla delicata problematica dei rifiuti alla quale tutte le forze politiche sono chiamate a rispondere con senso di responsabilità”. Tra i subemendamenti approvati nella seduta odierna, ci sono, tra gli altri, quelli relativi alla attribuzione della titolarità di farmacie ai farmacisti aventi i titoli che hanno accettato di esercitare in comune montano, su iniziativa del consigliere dell’Udc, Pietro Foglia; alla riduzione della durata degli incarichi dei direttori generali della sanità da cinque a tre anni, su proposta, approvata a maggioranza (con il voto contrario dell’opposizione) dal capogruppo del PdL, Fulvio Martusciello, finalizzata ad armonizzare le previsioni normative campane a quelle delle altre regioni; alla attribuzione al Presidente della Giunta regionale del potere di nomina dei rappresentanti dei Comuni nelle Aziende sanitarie locali, qualora i sindaci non provvedano nei termini (il sub emendamento, proposto dai capigruppo del PdL e di “Caldoro presidente”, Fulvio Martusciello e Gennaro Salvatore, è stato approvato a maggioranza, con i gruppi del Pd e del Pd che hanno abbandonato l’aula); alla previsione della possibilità che i Comuni competenti in materia di scarichi in corpi idrici superficiali possano avvalersi delle Province all’interno del cui territorio ricadono anche sulla base di una convenzione (su proposta dei consiglieri Foglia, Salvatore e Martusciello, approvata a maggioranza con il voto contrario del gruppo di Idv). Sono stati, invece, ritirati alcuni subemendamenti inerenti la decadenza delle nomine effettuate dal Consiglio nella passata legislatura e sulla durata del Corecom, temi sui quali è intervenuto il consigliere del Pd, Raffaele Topo, per il quale “nella materia delle nomine si stanno mettendo in campo veri obbrobri giuridici che contravvengono alle pronunce giurisprudenziali in materia di spoil system e ai principi del buon senso”. Critico nel suo intervento in Aula anche il vice presidente dell’assemblea, Antonio Valiante, che ha stigmatizzato “il tentativo della maggioranza di stravolgere leggi e norme statutarie con subemendamenti approvati a colpi di maggioranza”. E’ stato, invece, accantonato, anche al fine di verificare eventuali costi, come sollecitato dal presidente della Commissione Bilancio (Massimo Grimaldi, Nuovo Psi-Caldoro presidente), un subemendamento proposto dal consigliere Foglia, dal capogruppo del Pse, Gennaro Oliviero e dal consigliere del Pd Donato Pica volto a destinare alle comunità montane eventuali economie che le province dovrebbero restituire alla Regione in conseguenza della mancata spesa per il settore agricolo e per la pesca.
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