Confesercenti, Marinelli: autunno in salita per il commercio irpino

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“E’ un autunno in salita per il commercio irpino. I dati ufficiali confermano la frenata
delle vendite al dettaglio, soprattutto per i negozi con piccole superfici”. Così
Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.
“Dopi i cali registrati a luglio e ad agosto – prosegue il dirigente dell’associazione di
categoria -, anche settembre ed ottobre hanno fatto segnare una flessione dei
consumi. Una tendenza diffusa in tutto il Paese, che però in alcune aree, come le zone
interne, risulta ancora più marcata.
Rispetto allo stesso periodo del 2024, le vendite diminuiscono in valore di quasi
l’1%, che in termini di volume equivale a oltre il 4,5%. Flessioni che si vanno a
sommare a quelle già registrate negli anni precedenti.
Soltanto la grande distribuzione riesce a tenere il passo, mentre le principali
piattaforme del commercio elettronico proseguono il loro percorso di crescita. Fra il
2019 ed il 2025 la quota di mercato attribuibile agli esercizi di vicinato è scesa al
20%, mentre quella dell’e-commerce è salita al 18%. Nel giro di 3 anni, soprattutto
nel non alimentare, potremmo anche assistere al sorpasso del commercio online sui
piccoli esercizi in sede fissa.

La dinamica negativa delle attività di vicinato si inserisce in un quadro complesso per
la domanda interna e per la distribuzione commerciale in generale.
Nonostante il rallentamento della spinta inflattiva, non si è innescato un
rafforzamento dei consumi, che risentono dei limiti delle retribuzioni reali, ancora su
livelli inferiori rispetto a quelli precedenti degli ultimi 3-4 anni e complessivamente
troppo bassi per soddisfare le esigenze delle famiglie.

Incertezza e ridotto potere d’acquisto pertanto sono gli elementi che incidono sulle
difficoltà di questa delicata fase socio-economica, che si protrae”.
“Contrastare l’impoverimento dei territori e la desertificazione commerciale –
conclude Marinelli – è un obiettivo che chiama in causa politica e istituzioni, al fianco
delle forze sociali e imprenditoriali. Senza misure mirate a favore del commercio di
prossimità, si rischia di perdere imprese, coesione, identità e qualità della vita nelle
comunità locali. Oggi le attività territoriali soffrono una disparità fiscale rispetto ai
grandi operatori digitali, che richiede un riequilibrio della tassazione in termini
equitativi, insieme a investimenti per il rilancio delle piccole imprese del terziario”.