Avellino – Giuseppe Vetrano, Giuseppe Galasso, Enzo De Luca: questi i protagonisti, ieri, della terza ed ultima sessione di conferenza programmatica, la due giorni organizzata dal Comune di Avellino per gettare le fila di un discorso comune sulla città del futuro. Ma si chiude anche alla presenza, tra il pubblico, di Rosetta D’Amelio, Lucio Fierro, Ivo Capone, Petracca, Violano, Mirella Giova, Rebulla, Raffaele Pericolo, del primo cittadino di Mercogliano, Tommaso Saccardo, del presidente del Coni Giuseppe Saviano, ancora di Santino Barile, D’Avanzo, Ambrosone, sergio barile, Cucciniello, Teobaldo Acone, Vecchione, Rega, Di Nardo, Del Regno, Adiglietti, Barbaro, Todisco, Genovese, Vittoria, Poppa, La Verde, Laurenzano, Langastro. Un confronto dove non sono mancati affondi, repliche ma anche interventi propositivi in nome del raggiungimento dell’unità. Quell’unità necessaria per centrare gli obiettivi dello sviluppo di Avellino e dintorni. A rompere subito il ghiaccio, Andrea D’Alessandro, Prc. Andrea D’Alessandro, Prc
“Siamo rimasti molto colpiti perchè riteniamo sia sbagliata la delegittimazione degli eventi politici. Questo non significa che il Prc diventa forza di maggioranza, però non è giusta la polemica, la frustrazione politica. Lo sforzo del sindaco, il suo approccio coraggioso c’è stato. Però la gente comune non si sente protagonista delle scelte importanti. In questa conferenza c’è l’assenza della città reale. In questa città stenta a decollare la consulta dei giovani, si registrano l’emergenza casa, la difficoltà per la raccolta differenziata, tassi altissimi di emigrazione”. In sostanza D’Alessandro plaude allo sforzo di Galasso. Sforzo che però a suo giudizio sembra non essere sufficiente. “Rimaniamo comunque forza di opposizione – conclude – perché non ci convince la posizione tecnocratica. Ma siamo pronti a dare il nostro contributo”.
Emanuele Esposito, Pdci
“I comunisti italiani daranno il proprio contributo nonostante vi sia stato un deficit organizzativo per quanto riguarda non solo la conferenza programmatica, ma anche la gestione amministrativa. La nostra sarà una partecipazione critica, ma non disfattista”. In soldoni: “Stabiliamo un metodo”.
Francesco Todisco, Ds
Le bordate di Todisco: “Ci siamo convinti che questa alleanza, se coesa e non pervasa da ottusi egoismi, ha risorse, energie, idee e progetti in grado di rivitalizzare l’identità della nostra città”. All’Udeur: “Non hanno per nulla colto l’essenza di questa conferenza … siamo consapevoli che sarebbe folle pensare che il Comune da solo possa rigenerare il concetto di legalità. Tuttavia rappresenta per noi la priorità assoluta ed irrinunciabile”. Il consigliere comunale della Quercia va a fondo contro Giancarlo Giordano, suo compagno nonché assessore dimissionario del Comune di Avellino: “E’ impossibile sottolineare il ragionamento sulle Politiche sociali, chi le ha gestite al Comune lo ha fatto in modo lacunoso, privo di strategie. Dobbiamo immaginare le Politiche sociali positive non statiche, capaci di creare benessere, di conoscere e analizzare le forme di vulnerabilità sociale, emarginazione, disagio … il processo culturale di una città non può esaurirsi nelle vicende di un’unica istituzione ma deve diffondersi su tutto il territorio. Un ‘no’ fortissimo ad un uso acritico e spartitorio delle risorse che finora vi è stato per favorire al contrario operazioni culturali coraggiose e visibili”. Infine, sul nucleo di Pianodardine: “E’ necessario un ripensamento di tutte le scelte su cui si è fondato lo sviluppo industriale”.
Enza Ambrosone, Margherita
“Eravamo convinti che c’era bisogno di una riflessione complessa sulla vita civile, amministrativa e politica di questa città. Ci hanno detto di tutto. Come un agguato dodici ore prima dell’inizio dei lavori, hanno detto che era inutile, e che non coinvolgeva. Abbiamo smentito che così non era. Ma un momento di approfondimento allargato. Il tutto con una grande ambizione: sviluppare un pensiero lungo sulla città. La conferenza programmatica chiude la fase post sisma ed apre quella che vuol fare sistema rispetto alle problematiche della città. Abbiamo tanti progetti che abbiamo il dovere di riempire di contenuti (Piazza Libertà, Pit, potenziamento della variante sud e messa in sicurezza, periferie, necessità di approfondire le politiche sociali, le pari opportunità)”. Chilometrico l’intervento della Ambrosone che non si lascia sfuggire il monito: “Mancino ci consegna una sfida che dobbiamo cogliere come classe dirigente che riesce a vincere le scommesse abbandonando le divisioni”.
Enzo De Luca, assessore regionale
“Ha fatto bene il sindaco, sottrarsi al confronto non è mai un fatto positivo. La relazione del primo cittadino consegna una nuova fase. Penso che si è fatto molto. Si tratta di recuperare la cultura e di rafforzare la relazione città-regione. Mi auguro che si possa chiudere con un governo solidale cittadino. Perché insieme possiamo sfruttare tutte le occasioni. Le dobbiamo recuperare facendo crescere la classe dirigente che c’è. E in tal senso non comprendo le tensioni nella nostra realtà che penalizzano. Quelli che non hanno partecipato hanno perso una grande occasione di confronto”. Infine, il monito a “recuperare la politica”.
Le conclusioni del sindaco Giuseppe Galasso
Conclude il sindaco che non manca di ringraziare “istituzioni, associazioni, i cittadini utenti a cui bisogna rivolgersi soprattutto quando si è a bocce ferme, quando a loro non si deve chiedere nulla… la città deve allargarsi, uscire dal vittimismo cronico. Abbiamo avuto i contributi di Rifondazione Comunista, dei Comunisti Italiani, anche di Libera Città, della Dc. Questo significa che siamo aperti al dialogo. È una conferenza aperta che avrà altre tappe. L’intenzione è infatti quella di creare una sinergia più proficua con il cittadino. Mi dispiace non ci siano state delle partecipazioni. Non ha colpa grave chi sbaglia ma propone. Agli assenti dico: vediamoci in un incontro prossimo, ma a patto che siate critici costruttivi e sarete ben accolti. Altrimenti, ognuno per la propria strada”.
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