Avellino – Non si tratta di una separazione nel senso stretto, ma senza dubbio è un nuovo punto di partenza, sicuramente critico, o, per dirla con le parole di Francesco Todisco, “di una posizione che rafforza la nostra autonomia di giudizio”. Tiene banco la questione della presa di distanze dei tre consiglieri bersaniani di Piazza del Popolo dalla giunta Galasso – Todisco, appunto, Ugo Loguercio ed Ernesto di Cecilia – così come annunciato questa mattina dal leader irpino dell’area, Lucio Fierro, all’indomani della nomina di Gennaro Romei come assessore alla Cultura.
Nelle rivendicazioni del gruppo c’è la mancata occasione concreta da parte dell’amministrazione cittadina per la ricerca di una gestione più partecipata del partito e delle rappresentanze che lo compongono. Una porta sbattuta in faccia, per usare un’espressione colorita, verso la quale il disappunto è forte, come traspare dalle parole del giovane consigliere. “La nostra appartenenza al gruppo del Pd è indiscutibile, così come lo è l’impegno come area bersaniana verso la costruzione di una nuova stagione politica del centrosinistra in città come in provincia. Ma ciò non toglie che il sindaco ha di fatto perso un’ottima opportunità per lanciare un segnale forte in linea proprio con quel progetto forte di rinnovamento avviato in seno alla segreteria provinciale. La giunta – spiega – andava rimodellata in un modo più complessivo e non solo per allargare il consenso rispetto alla totalità delle forze interne al partito, ma anche in relazione all’apporto a questa maggioranza delle altre anime del centrosinistra, che andavano maggiormente coinvolte per l’edificazione di un credibile modello di alternativa al centrodestra. Galasso – incalza – ha invece preferito puntellare il vecchio asse congressuale franceschiniani/mariniani, cedendo nuovamente alla logica dell’interesse del singolo piuttosto che a quella del bene comune”. Un atto “scellerato” quello del numero uno di Piazza del Popolo, per Todisco, verso il quale a questo punto destano curiosità le ripercussioni che esso potrà avere sugli equilibri della maggioranza in Comune.
Come annunciato, i tre si riserveranno infatti di valutare di volta in volta le loro posizioni sui provvedimenti della Giunta. “Sarà l’occasione per rafforzare la nostra autonomia di giudizio – ribadisce il bersaniano – cercando di elevare il livello qualitativo del lavoro di questa amministrazione”.
In questo senso è imminente il primo banco di prova del nuovo rapporto, con il consiglio comunale del prossimo 10 giugno che si occuperà tra l’altro del caso Asa. “Questo per noi è un punto fondamentale, che racchiude il senso della nostra battaglia politica. E’ evidente che gli atti compiuti da questo ente non siano andati a tutela della collettività, ma di quella del socio privato. E noi avevamo già condannato il comportamento dell’amministratore delegato e del vicepresidente dell’Asa, chiedendone la revoca. Dalla giunta, a questo punto, ci aspettiamo una posizione forte, con una ferma condanna rispetto a questo modus operandi. Posizione forte – aggiunge – che se non dovesse arrivare, ci troverà costretti a prenderne inevitabilmente atto”.
Il caso Asa assume insomma i contorni di apripista rispetto alle istanze del gruppo a Galasso. “Si tratta di una prima questione su cui misurare la qualità di questa amministrazione – spiega – anche in relazione al ruolo che Avellino deve assumere nel nuovo scenario regionale e meridionale”. Per Todisco la gestione attuale della cosa pubblica è pressoché orientata all’ordinario – “ma anche su questo aspetto si potrebbe lavorare meglio” – piuttosto che ad una progettualità più ambiziosa per il rilancio del territorio. “Europa Più ed il piano strategico sono le cartine tornasole della mancanza di un’idea chiara sul ruolo prospettico che la Giunta vuole dare alla città. E per cambiare passo – accusa – bisognerebbe innanzitutto abbandonare proprio la logica della salvaguardia delle piccole aspirazioni personali, che agisce solo in danno della comunità e del suo futuro”.
Infine, ma non ultimo per importanza, l’eventuale contraccolpo dei fatti di Piazza del Popolo sul percorso di rinnovamento della segreteria provinciale. Così si esprime in proposito Todisco: “In assemblea ci siamo apertamente esposti rispetto alla realizzazione di un percorso unitario fatto di rinnovamento generazionale dei vertici del partito senza più padrini e padroni, per un soggetto politico che non sia più appannaggio di pochi ma espressione autentica di diffusa condivisione. Atti come quelli a cui si è assistito al Comune rallentano giocoforza questo lavoro, a meno che non ci sia un netto dissenso sull’operato dell’amministrazione cittadina da parte di tutte le altre anime del partito”. Segnali di fumo, in buona sostanza, che Todisco indirizza ai vertici del partito, a partire, come si intuisce, proprio dalla stessa segretaria Lengua. (di Eddy Tarantino)
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