Avellino – Settimana decisiva per stemperare gli animi e ripristinare l’equilibrio politico a Piazza del Popolo – qualcuno lascia intendere che è solo questione di ore -. Dopo le dichiarazioni al vetriolo del segretario di via Serafino Soldi Gerardo Adiglietti, la maggioranza del centrosinistra ha tremato e non poco. Non sono bastate le riunioni e i conclavi per far rientrare le tensioni. E nemmeno la pubblica assise – anche se a dire il vero c’era da aspettarselo – è servita, se non a tamponare. Dure le parole del sindaco Galasso nei confronti della sua squadra. Nel mirino i diessini rei di aver preferito ‘stendere il bucato’ fuori casa snobbando invece il tavolo del confronto. Accuse che rimbalzano e che vedono i fedelissimi di casa Ds difendere a spada tratta la propria posizione: ‘più volte è stata messa innanzi la questione legalità ma ad oggi nessun provvedimento è stato adottato’. Accuse a raffica che preoccupano e che attendono un chiarimento. Ore convulse scandite da telefonate pre-natalizie e natalizie. Scambi di auguri ‘farciti’ dall’essenza del ritrovarsi insieme. Colloqui telefonici che però non sono andati a buon fine. Nemmeno la telefonata tra Ciriaco De Mita e Gerardo Adiglietti è stata foriera della soluzione per un ente che deve andare avanti in nome della città capoluogo. Tantomeno le chiacchierate incrociate con l’udeurrino Pasquale Giuditta che più volte aveva rimarcato un concetto caro anche all’opposizione: si azzeri tutto. Una sottolineatura che è apparsa ai più come una provocazione piuttosto che come un sentire targato Campanile. Certo è che il quadro generale non è dei migliori. Il puzzle per essere ricomposto ha bisogno ancora di troppi tasselli che devono essere messi al posto giusto altrimenti da qui a poco si potrebbe assistere a un’altra levata di scudi. Fiumi di parole accompagnati a righe d’inchiostro già si annunciano tra i membri della coalizione. Consiglieri che continuano a reclamare un ruolo di visibilità ‘annacquato’. Membri di casa Margherita ma non solo che hanno detto e ridetto: ‘così non va’. Per cominciare: sul tappeto, la questione urbanistica. Per il momento ancora nessuna novità. Sembra averla spuntata nelle riunioni infinite Mimmo Palumbo– appoggiato dai ‘volenterosi’ Freda, Poppa, Di Cecilia, Basagni, Salvatore Cucciniello, Reale, Vecchione – anche se all’orizzonte potrebbe profilarsi un altro scenario facendo andare su tutte le furie gli otto del fiorellino. La Margherita guidata da Enza Ambrosone potrebbe perdere un suo componente in nome di un equilibrio reclamato dalla minoranza (nello specifico: Libera Città): si parla di Giacobbe pronto a lasciare per la Commissione sport. Ma a questo punto – qualcuno si chiede – la designazione di Palumbo sarebbe garantita, considerato che dietro le quinte qualche male lingua fa intravedere anche una possibile promozione di Stefano La Verde a presidente della commissione in questione? E questo è un primo punto. I mugugni e i mal di pancia aumentano specie quando si tratta di affrontare la questione capogruppo della Margherita. Se da una parte la Margherita appare compatta e fedelissima alla Ambrosone, dall’altra ci sono i battaglieri ‘otto’ che non demordono e che invitano il capogruppo alle dimissioni. Altrimenti il dopo congresso di febbraio potrebbe essere apripista di nuovi scenari: parola dei volenterosi. E non è finita. Sul banco degli imputati il Cda del Cst (Centro sistema telematico) composto da tecnici e nessun consigliere. E per stoppare l’elenco delle lagnanze…, i lavori al Corso Vittorio Emanuele. Pare che da sedici giorni gli interventi siano fermi. Il motivo? Solo il maltempo? Insomma al di là di qualcuno che insinua dubbi, di qualcun altro che lascia intendere e di altri che riflettono e fanno riflettere, la città attende la svolta. (Di Teresa Lombardo)
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