Nel gioco d’azzardo esistono delle regole non scritte, come, ad esempio, “non contare le carte quando si gioca a blackjack”. Sebbene possa sembrare un settore piuttosto libero, i cui punti fisici e online permettono ai giocatori di divertirsi senza mezze misure, è in realtà un campo assai più complicato e “severo”. Prendiamo in esame l’esempio italiano. Potresti non saperlo, ma nel corso degli anni, sono state approvate diverse leggi sul gambling, che a nostro avviso (e non solo) hanno continuamente mutato il modo di giocare e di scommettere nei casino, a prescindere dalla loro entità. In questo articolo andremo a capire meglio cosa sia accaduto nel settore del gioco d’azzardo, sperando di far luce su alcuni quesiti sul gioco che sembrano non avere una risposta certa.
La decisione del 1998
Se nominassimo la data 27 giugno 1998 a degli appassionati di calcio, questi potrebbero interrompere il nostro discorso e imbastirne uno sulla vittoria degli azzurri contro la Norvegia ai mondiali del medesimo anno. Quel giorno sembra aver rivoluzionato il gioco d’azzardo così come lo conosciamo in Italia, perché è stato reso finalmente legale. Pertanto, molte società del settore hanno cominciato a investire sul nostro territorio e a costruire filiali fisiche, per poi introdurne altrettante, se non di più, virtuali, come i siti scommesse non AAMS. Fu un evento che divise la popolazione italiana: da un lato vi era chi non voleva che il gambling divenisse legale e dall’altro, invece, esultavano tutte le persone che desideravano il contrario da tantissimo tempo. Sebbene possa rasentare l’inizio di una meravigliosa favola, le cose sono andate diversamente da com’è lecito aspettarsi; da quel momento, il legislatore italiano è più volte intervenuto per modellare la normativa, rendendola meno permissiva e certamente più restrittiva.
Cosa accadde nel 2005
Il 2005 fu l’anno di un cambiamento più o meno drastico. La lg. 266 andrò incontro a un promulgamento e all’interno della stessa fu riconosciuto un ente che sicuramente conosci bene: stiamo parlando dell’Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato, meglio conosciuta con l’acronimo AAMS. Da quel momento in avanti, avrebbe dovuto diligentemente occuparsi di monitorare le attività permettenti di scommettere e vincere soldi veri, al contempo tracciando tutti i websites privi dell’autorizzazione legale per operare in Italia. Ti diamo un piccolo consiglio: se intendi giocare a un casinò web italiano, anche se ci sono siti non AAMS che accettano Paysafecard, accertati prima che quest’ultimo disponga del timbro AAMS, il quale assicura la sicurezza e la trasparenza del virtual in questione.
Proteggere chi non può farlo da solo
Analizziamo gl’anni duemilanove e duemilaundici. Lo sappiamo, non ti ricordano nulla, giusto? Forse eri troppo piccolo per avere un’idea di quanto successe, o forse, avevi un’età che ti permetteva di giocare su internet o nelle strutture adeguate senza remore. Parliamo, infatti, di età. Con la legalizzazione del gioco d’azzardo, s’espanse una spaventosa mania nei centri scommesse e negli esercizi poco sorvegliati che avevano al loro interno una o più slot machine. Ci rincresce ricordarlo, ma a giocare vi erano anche minori di 18 anni. Fortunatamente, l’approvazione di due norme, una del 2009 e l’altra del 2011, ha imposto il divieto ai minorenni di giocare d’azzardo, incrementando le pene a carico di sites e strutture che permettevano il contrario. Così facendo, anche se con un po’ di fatica, s’arginò il problema e il gioco d’azzardo fu consentito ai soli maggiorenni.
Il decreto del 2012 per arginare il gioco
Come già visto negl’altri settori, quando una norma entra in campo, tutto muta. I giochi con puntate sono dovuti cambiare nell’ordine di tutelare i più deboli. Il decreto Balduzzi, entrato in vigore nell’anno 2012, è stato il primo a occuparsi della ludopatia, cercando di imbastire un piano in grado di levigare la bega e di rendere meno persuasivi gli spot pubblicitari di gambling. La novità fu accolta freddamente dalle società operanti nell’azzardo, ma in quel contesto, non osarono protestare più di tanto, accettando saggiamente il tutto. Il problema si palesò allorquando, con il famoso Decreto Dignità messo in atto dal governo 5 Stelle-lega, non s’ottenne il totale veto sulla pubblicità favorente il gioco d’azzardo. Ovviamente, i gestori dei casinò e le numerose società che li pubblicizzavano (squadre di calcio incluse) non accolsero bene la novità, tanto da protestare vividamente contro il decreto stesso. Una buona parte degl’italiani, tuttavia, principalmente conservazionista e denigrante il gambling, accolse di buon grado la nuova, tanto che persino i sostenitori di partiti rivali volsero un plauso al Governo giallo-verde. Secondo i politici, fu preso in considerazione il modello di alcuni paesi europei, i quali avevano adottato contromisure affini verso il gioco d’azzardo e la dipendenza che i cittadini avrebbero potuto sviluppare.
Tasse che mozzano il fiato
Il nostro è un paese conosciuto per le tasse considerevolmente alte. Ciò vale per tutti (o quasi): società fisiche e virtuali di gambling si sono viste aumentare le tasse sulle slot e le vlt in meno di un lustro (dal 2020 al 2022) anche per l’impatto della pandemia sull’industria del gioco d’azzardo in Italia. Ma non è finita qui, perché la percentuale di ritorno ai giocatori, dunque della somma intera in caso di vittoria, è stata sensibilmente ridotta, probabilmente per scoraggiare ulteriormente la volontà di dedicarsi alle giocate. Come se non bastasse, persino le vittorie alla lotteria nazionale, al Superenalotto e ai Gratta e Vinci sono andate incontro a ulteriori tassazioni. Qualora s’ottenesse una somma superiore ai 500 euro, il 20% della stessa dovrebbe essere versato allo Stato. Insomma, il territorio italico non è il massimo per quel che concerne il gioco d’azzardo. Che sia una cosa giusta o meno, lo lasciamo decidere a te. Noi abbiamo una nostra idea a riguardo.
Conclusioni
Fine dell’articolo. È stato piuttosto piacevole ricostruire i cambiamenti accorsi soprattutto perché riguardanti il mondo del gioco, che ci è davvero molto a cuore. I casinò hanno scritto un segmento di storia mondiale e sono stati in grado di ispirare innumerevoli trame di film piuttosto famosi. È davvero un peccato vedere la passione per tal genere di attività bastonata da tasse supplementari che ne stanno spegnendo lentamente (molto lentamente) lo spirito. È giusto, tuttavia, impedire ai minorenni di giocare d’azzardo, così com’è altrettanto opportuno trovare delle contromisure alla gioco-dipendenza, che ricordiamo, essere una vera e propria malattia. Come hai potuto vedere, ci sono cose che vanno bene e altre che potrebbero lasciare un po’ a desiderare. Non siamo nella posizione di assumere cos’è errato e giusto, ci mancherebbe, ma è pur vero che finché l’Italia sarà libera, migliaia e migliaia di appassionati potranno far valere la loro passione per il gambling. Ricordiamo che noi parliamo esclusivamente di passione, del brivido che ogni vittoria trasmette e dell’amaro in bocca che lascia una sconfitta. Niente di più.