Avellino – L’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici non ha alcun dubbio: la procedura di assegnazione dell’appalto assegnato dal Comune di Avellino per la realizzazione della strada di collegamento tra Piazza Perugini e la Variante Sud ‘deve essere oggetto di riesame’ in quanto ‘irregolare’ L’esposto presentato dall’Associazione ‘Amici del Fenestrelle’ ha avuto l’esito sperato ed ora, entro 30 giorni, l’ente di Piazza del Popolo dovrà riesaminare la procedura e rimetterla nuovamente al parere dell’Autorità. Pena dell’inadempienza: una sanzione pecuniaria.
Si tratta del primo traguardo raggiunto dall’Associazione ed illustrato questa mattina dagli esponenti di Libera Città, Città Visibile, Sd, Prc, Pdci, Base Popolare, Legambiente ed Ekoclub che al riguardo hanno già promosso ricorso al Tar.
A prendere la parola l’avvocato Antonio Petrozziello che sottolinea le ‘irregolarità’ della procedura adottata dall’amministrazione Galasso. Precisazioni, peraltro, messe nero su bianco nelle considerazioni di diritto espresse dall’Autorità: “Per l’esecuzione dell’opera è stata adottata la procedura dell’appalto integrato. Le norme che la disciplinano sono costituite dall’art. 19 della L. 109/94. Tali disposizioni consentono il ricorso alla procedura esclusivamente per i lavori di importo superiore ai 200mila euro e inferiore ai 10 milioni di euro. Inoltre gli interventi devono avere ad oggetto la manutenzione, il restauro e gli scavi archeologici e la componente impiantistica o tecnologica deve incidere di oltre il 60 per cento sul valore dell’opera”. “Non solo – spiega l’avvocato – l’opera non presenta nessuno dei requisiti richiesti ma non avrebbe potuto essere appaltata senza le necessarie autorizzazioni”. “Per inciso – interviene Antonio Gengaro – nessuna delle opere in via di attuazione ad Avellino presenta questo tipo di caratteristiche”. Proseguendo nell’aspetto prettamente legale le circostanze prese in esame “potrebbero avere conseguenze in ordine al buon esito delle procedure espropriative, dell’esecuzione dei lavori e quindi può avere ripercussioni sul pubblico erario”. “In tempi previsti per la presentazione del progetto esecutivo sono particolarmente brevi che costituiscono una limitazione della partecipazione alla gara stante l’estrema difficoltà di produrre in tempi troppo stretti gli elaborati progettuali previsti; determinano la redazione di progetti di qualità carente che possono presentare difficoltà in fase di esecuzione”. In base a tali considerazioni l’Autorità ha poi rilevato che in tali casi, a prescindere da una valutazione dell’effettiva urgenza e della fissazione di termini, “è necessario che gli stessi enti effettuino un attento controllo del livello qualitativo dei progetti presentati in termini ristretti e sviluppati per ottenere il finanziamento e non ritengano idonee progettazioni prive di adeguati rilievi ed indagini la cui mancanza può determinare in fase di esecuzione sostanziali modifiche delle previsioni tecniche ed economiche con conseguenti oneri spesso rilevanti” . “Galasso e Capone – è stata la conclusione di Gengaro – hanno sbandierato l’utilità dell’opera e il fatto che rispettasse tutti i dettami della legge. Ma la Cassazione e il Consiglio di Stato hanno finalmente ‘sconfessato’ la Giunta”.
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