Cogliano e l’analisi del PRC: “Portiamo avanti l’ideale comunista”

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Atripalda – “Dopo la pesante sconfitta elettorale della sinistra italiana ed in particolar modo dopo la batosta che ha colpito il PRC alle ultime elezioni del 13 e 14 aprile, relegando il nostro partito ad un vissuto di forza politica extraparlamentare, oggi ci si interroga su quale partito bisogna ricostruire. Il congresso nazionale del PRC che si terrà il 24 luglio dovrà sicuramente gettare le basi per un nuovo percorso politico da intraprendere e da portare avanti. La mia opinione parte inevitabilmente dal rafforzamento della stessa Rifondazione comunista e da qui intraprende un percorso di rifondazione-ricostruzione di un grande partito comunista di massa, un partito che ponga come suo obiettivo primario l’unione di tutti i comunisti siano essi facenti parte di altre organizzazioni politiche (PDCI) che espressione di un comunismo sociale italiano comunque diffuso ma non assoggettabile a qualsivoglia partito”. È questo il giudizio di Carmine Cogliano, coordinatore provinciale Area Critica Comunista Federazione PRC Irpina che analizza l’andamento politico del suo partito. “Io credo, e con convinzione, lavorerò intorno a questo progetto: solo l’unione dei comunisti può ridare vigore ad una nuova stagione di conflitto sociale e politico in Italia. “L’altro mondo possibile”. Ecco il mio manifesto per la rinascita di Rifondazione comunista, ecco perché ho controfirmato, per il congresso, la mozione numero 3 (la mozione dei cento circoli). Io ritengo che la spinta propulsiva che portò nel ‘91 alla nascita del PRC non si sia esaurita e neanche il progetto che in esso era contenuto abbia avuto la sua naturale conclusione per cui bisogna ragionare intorno a questa tesi. Abbiamo constatato, e assaporato con mano la disfatta del percorso, essenzialmente di ceto politico, mosso con il cartello elettorale della Sinistra Arcobaleno e nonostante tutto una parte considerevole del partito ripropone la stessa strategia in chiave congressuale (mozione 2, per capirci quella che fa capo a Vendola ed alla ex maggioranza del PRC) parlando palesemente di costituente di sinistra. Non molto dissimile è l’opzione proposta da Ferrero, Grassi e Mantovani (mozione numero 1) che intravede un percorso federativo a sinistra con i partiti che componevano la Sinistra Arcobaleno. Ecco perché ritengo che l’unica strada da percorrere e quella della costituente comunista. A tale poposito rivolgo un appello a tutti gli iscritti al partito della nostra provincia a ragionare intorno a queste questioni e a non fermarsi alla semplice constatazione della giustezza, o meno, di porre alla guida di Rifondazione comunista un leader al posto di un altro”.

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