CM ‘Irno-Solofrana’, Grimaldi: “La sede resti a Calvanico”

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La sede istituzionale della Comunità Montana “Irno-Solofrana” deve rimanere a Calvanico. E’ questa la richiesta dei Verdi sanseverinesi al Presidente dell’ente Franco Cosimato. In una nota del responsabile del gruppo ambientalista, Raffaele Grimaldi, inviata anche al Sindaco di Calvanico, Gismondi, è stata ribadita la necessità di conservare nel paese della Valle dell’Irno tutti gli uffici montani.
“Da più parti si ripete che la futura sede dell’ente montano sarà ubicata nel comune di Montoro Inferiore. Ciò ci preoccupa per aspetti di natura economica e sociale – dichiara il portavoce del Sole che ride Raffaele Grimaldi -. Infatti, spostando la sede dell’ente montano la comunità si troverà a sostenere un aggravio di spese non comprensibile. Lo stabile dove è attualmente ubicata la Comunità Montana è di proprietà dello stesso ente e quindi non si devono affrontare costi aggiuntivi per fitti o acquisti di locali idonei ad ospitare gli uffici. E sarebbe evitato anche il raddoppio delle spese vive di gestione, come luce, telefono, acqua, rifiuti ed altro. In un periodo di forte crisi, noi Verdi riteniamo ingiusto gravare sui contribuenti in modo esoso e ingiustificabile. Inoltre, si dovrebbe prevedere anche un costo aggiuntivo dovuto ai ritardi nell’erogazione dei servizi, a causa delle attività di trasloco di uffici e incartamenti dell’ente da una sede all’altra. Tali soldi andrebbero utilizzati nelle attività di difesa del suolo e di protezione della natura”.
La posizione dei Verdi a sostegno della conferma della sede a Calvanico, oltre a motivazioni di carattere economico, si basa anche su considerazioni di natura sociale.
“La perdita dell’importante presenza comporterebbe una negativa ricaduta per la minuscola comunità calvanicese –spiega Grimaldi-. Pian piano verrebbero meno le attività del piccolo commercio e dell’indotto, collegate alla presenza degli uffici montani, con ripercussioni sfavorevoli sulle scelte di vita della popolazione. Aumenterebbero i casi di allontanamento dal paese, alla ricerca di opportunità lavorative, determinando una ripresa del triste fenomeno dello spopolamento del territorio con conseguenti casi di disgregazione sociale che ne conseguono. E dal punto di vita ambientale verrebbe anche a cadere uno dei fattori essenziali di tutela della conservazione dell’ambiente naturale: la presenza delle popolazioni montane, che sono il primo presidio di vigilanza della montagna e del territorio. Riteniamo –conclude Grimaldi- che si debba operare per alleviare le condizioni di disagio derivante dal vivere in ambiente montano e di incentivare gli sforzi nelle politiche sociali, creando servizi e occasioni di crescita, non abbandonando il territorio, per scelte di semplice comodità logistica”.

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