Un intervento non invasivo al cuore per evitare ictus e emicranie: è stato realizzato per la prima volta in Italia con un nuovo dispositivo che garantisce maggiore biocompatibilità rispetto ai dispositivi fino ad ora in uso, presso la casa di cura “Montevergine” di Mercogliano dal professor Paolo Rubino.
La tecnica consiste nel chiudere un piccolo tunnel (il forame ovale pervio) che mette in comunicazione nel cuore l’atrio destro con l’atrio sinistro. Questo forame è presente nel 25% circa della popolazione generale, ma si stima che nel mondo si verifichino 500.000 ictus cerebrali non attribuibili a cause note e che “…nella realtà – spiega Rubino, direttore della Divisione di cardiologia invasiva dell´istituto Montevergine di Mercogliano – sono da attribuire alla persistenza del forame ovale pervio”.
Il 12% della popolazione mondiale, poi, è affetto da emicrania con aura, un disturbo maggiormente presente nel sesso femminile, una malattia che incide negativamente sulla qualità della vita.
La prevalenza del forame in questa popolazione è del 50% circa. Fino a 10 anni fa, questo intervento era di esclusiva pertinenza cardiochirurgica ma con l’avvento delle nuove tecnologie applicate nel campo cardiovascolare è stato possibile effettuare questa chiusura per via percutanea con dispositivi che vengono introdotti attraverso una vena. Fino ad ora i dispositivi occlusori erano costituiti da due dischi uniti da un corpo centrale, entrambi in lega metallica. Ora il nuovo dispositivo è costituito unicamente da una spugna di poliuretano che occlude il tunnel, minimizzando qualsiasi ingombro e la presenza di leghe metalliche.
Redazione Irpinia
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