Clan Sangermano, l’Antimafia invoca condanne per ottanta anni ai vertici

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Settantotto anni e quattro mesi per cinque imputati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Una richiesta di condanna pesante quella avanzata pochi minuti fa dal pm antimafia Pietro Raimondi al termine della requisitoria davanti al Gup Chiara Bardi nei confronti dei vertici del clan Sangermano, sgominato nel novembre del 2022 da un’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e dalla Dia di Napoli.

LE RICHIESTE

Diciotto anni per Agostino Sangermano, presunto capoclan del sodalizio nato tra nolano e Irpinia dopo la crisi dei clan Russo e Cava, diciotto anni anche per suo cognato Sepe Salvatore, attivo soprattutto nell’imposizione dei prodotti in esclusiva a locali tra la provincia di Napoli e quella di Avellino, dodici anni per Nappi Paolo, presunto braccio destro del boss Sangermano, dieci anni per Ezio Mercogliano, secondo le indagini dell’Antimafia una “sentinella” del gruppo di Livardi, 8 anni e 4 mesi invece per Giuseppe Buonincontri, infine dodici anni per Sepe Onofrio, da alcuni mesi detenuto agli arresti domiciliari. Tutti hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato dopo che nei loro confronti era stato chiesto ed ottenuto il giudizio con il rito immediato. Agostino Sangermano, difeso dai penalisti Raffaele Bizzarro e Nicola Quatrano, Mercogliano Ezio, difeso dagli avvocati Vittorio Corcione e Gaetano Aufiero, Sepe Onofrio, detenuto agli arresti domiciliari e difeso da Raffaele Bizzarro, Nappi Paolo, difeso da Raffaele Bizzarro e Marco Massimiliano Maffei, , Sepe Salvatore, detenuto e difeso da Raffaele Bizzarro e Giovanna Russo. Trentaquattro capi di imputazione contestati a vario titolo dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli a vario titolo nei confronti dei dieci imputati. A partire da quella di associazione a delinquere di stampo mafioso contestati a nove dei dieci imputati. Ci sono anche le estorsioni per imporre la fornitura di mozzarelle ai locali, illecita concorrenza con minaccia e violenza contestata al solo Nicola Sangermano (che ha scelto il rito ordinario davanti al Tribunale di Nola) per le forniture imposte ai titolari di imprese. Contestata anche la serie di estorsioni per accaparrarsi terreni nell’alto casertano. L’undici ottobre e’invece prevista la discussione davanti al Collegio del Tribunale di Nola presieduto dal giudice Aurigemma del processo con rito abbreviato chiesto da Luigi Vitale, difeso dagli avvocati Gaetano Aufiero e Umberto Nappi. Le discussioni dei difensori inizieranno il 16 ottobre. La sentenza prevista per il prossimo 24 ottobre.