Clan Pagnozzi: D’Onofrio colpevole, assolto Caliendo

0
419

Sentenza di assoluzione, con formula piena, per il boss caudino Caliendo Clemente, difeso dall’avvocato Valeria Verrusio del Foro di Avellino, mentre è stato condannato a quattro anni di reclusione il coimputato D’Onofrio Vincenzo.

Le richieste di condanna formulate la scorsa udienza dal Pm della Direzione Distrettuale Antimafia – Dott.ssa Lucchetta – erano state particolarmente pesanti: 6 anni di reclusione per il primo ed 8 anni per il secondo.

Gli imputati erano accusati di estorsione finalizzata a rafforzare il clan camorristico Pagnozzi operante in Valle Caudina.

Secondo l’ipotesi accusatoria, i malviventi avrebbero costretto due imprenditori caudini a consegnare loro somme di denaro come contropartita di un interessamento presso alcuni rivenditori della zona per ottenere la rinuncia ad un credito assunto per la gestione di un supermercato di Airola.

Il 7 maggio dello scorso anno, proprio a seguito delle prime indagini, D’Onofrio era stato tratto in arresto ad Airola subito dopo aver intascato la busta contenente una “mazzetta” di 500 euro in banconote ritrovate nei suoi calzini nel corso della perquisizione personale.

Dalle più recenti investigazioni era emerso che quest’ultimo si era servito della presenza e della fama del noto pregiudicato Caliendo, storico esponente di spicco del Clan Pagnozzi, per intimorire le vittime dell’estorsione.

All’alba del 4 novembre 2016, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Montesarchio avevano dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal G.I.P. di Napoli, traendo in arresto il noto pluripregiudicato Caliendo Clemente, 58enne di San Martino Valle Caudina, esponente di spicco del Clan Pagnozzi, ed il pregiudicato D’Onofrio Vincenzo, 48enne di Arpaia.

Il 21 novembre, il Tribunale del Riesame di Napoli, condividendo le argomentazioni della difesa del Caliendo, l’avvocato Valeria Verrusio, aveva disposto la perdita di efficacia della misura della custodia cautelare in carcere.

Dopo soli tre giorni di libertà, il 24 novembre scorso, il Caliendo veniva colpito da un nuovo ordine di cattura, disposto sempre su richiesta della DDA di Napoli.

A seguito di un’immediata ed ulteriore richiesta di riesame presentata dalla penalista irpina, il Tribunale della Libertà si era nuovamente pronunciato annullando integralmente l’ordinanza di custodia in carcere emessa nei confronti del Caliendo.