«Non ci saranno vendette. Restiamo disponibili a confrontarci con chi vuole impegnarsi. Meglio costruire un progetto, che ottenere una preferenza. I mediocri, ormai, sono andati via. Le persone ci hanno scelto perché hanno visto una speranza e non per gratitudine». Ciriaco De Mita, in occasione dell’analisi post-voto, tenutasi presso la sede provinciale dell’Unione di Centro, replica alle accuse e conferma l’intenzione per la creazione di un nuovo soggetto politico popolare.
«Abbiamo ripreso il percorso della storia. Non siamo reazionari conservatori, neppure siamo tra quelli che sognano una realtà che non esiste, ma siamo un partito capace di avere la diligenza del padre di famiglia che risolve i problemi. Questo momento è un’opportunità per recuperare le disponibilità, avviando un momento di riflessione».
L’ex presidente del Consiglio dei Ministri chiarisce anche la posizione dello scudocrociato all’interno del centrosinistra di Vincenzo De Luca. «Non siamo andati nel Partito Democratico, ma siamo disponibili al dialogo. Vogliamo essere parte integrante di un processo e non subalterni. In Regione, faremo prevalere la superbia dell’intelligenza. Le richieste non saranno legate più ai ruoli o ai favori, ma soltanto alle proposte. Fare politica non significa promettere, ma realizzare qualcosa. Il paziente stima il medico perché troverà la cura per guarirlo».
Il sindaco di Nusco, comunque, non rinuncia a replicare alle accuse di Stefano Caldoro, governatore uscente. «Ci troviamo di fronte a volgarità patetiche. Io non ho mai conosciuto Cosentino. Uno che perde dovrebbe pensare alle ragioni della sconfitta e non a prendersela con chi lo ha battuto». Il primo cittadino dell’Alta Irpinia non risparmia neanche i suoi ex alleati del Nuovo Centrodestra. «Non ho mai ridotto la politica al favore, non facendo pesare le piccole azioni, ritenendo che erano legate alla mia funzione di governo, mentre ho sempre cercato di creare quelle condizioni indispensabili per lo sviluppo. Aiutare l’altro diventa un ricatto, laddove esistono ancora i miserabili».
Rispetto alla ripresa, Giuseppe De Mita, vice segretario nazionale dell’Udc, evidenzia come la posizione del partito in Regione sarà autonoma dal Partito Democratico. «I fondi europei, la riorganizzazione dei servizi pubblici sul territorio e la semplificazione della burocrazia sono gli elementi basilari per una convergenza, basata sulla proposta».
Il deputato, inoltre, manifesta la volontà a voler rinnovare i vertici dello scudocrociato, rappresentando al meglio le istanze dei singoli territori. «Il partito non può essere più un’eventualità. Il protagonismo della politica va recuperato. A cosa serve avere presidenti di enti, che fanno da immobiliari per le aree industriali. Abbiamo bisogno di persone attive, capaci di pensare a possibili soluzioni per superare le difficoltà e non fermarsi a gestire un curriculum o impegnarsi per una pratica. E’ indispensabile mettere insieme quella classe dirigente che ha una visione ampia e riesce a scorgere l’avvenire, ripartendo dagli errori del passato».
Maurizio Petracca, neo eletto consigliere regionale, oltre a ringraziare gli elettori, chiarisce le priorità per i centristi a Palazzo Santa Lucia. «Non ci accontentiamo più del Patto per lo Sviluppo o della piattaforma logistica. Vogliamo un progetto pilota per ogni singola area dell’Irpinia. Non andiamo in Regione per barattare poltrone, ma per mettere in rete le idee e promuovere un modello di sviluppo diverso, basato sul coinvolgimento della società civile. Abbiamo vinto in quei Comuni, dove sono scesi in campo i professionisti, gli studenti ed i vecchi militanti, mentre abbiamo perso dove avevamo manager, rappresentanti di enti, sindaci ed intere amministrazioni. Tale risultato apre ad una fase di cambiamento che parte dal basso».