Di fronte l’immobilismo politico che si è creato in Consiglio comunale, il Circolo Foa ha sottoscritto un documento programmatico per rilanciare l’azione amministrativa del sindaco Paolo Foti.
“Per fare politica – esordisce Giovanni Bove – non c’è bisogno di essere consiglieri, ma occorrono proposte. Per questo abbiamo pensato di offrire alla città le ricette per uscire dalla crisi sperando di avere dei segnali di apertura politica da parte del sindaco”.
Il documento sottoscritto dal circolo territoriale in cui si riconosce la compagine guidata da Francesco Todisco ruota intorno un unico obiettivo: riscoprire le proprie radici. “Avellino è una città che col tempo ha voltato le spalle alle proprie origini – spiega l’ex consigliere – solo difendendo le nostre radici dall’oblio collettivo, Avellino potrà essere riconosciuta e gli avellinesi potranno riconoscersi nella propria città”. A tal proposito bisogna partire proprio dalla memoria del capoluogo: il centro storico e quindi Piazza Duomo con i suoi ritrovamenti archeologici, Piazza Castello, la Dogana, la Casina Del Principe e Piazza Castello. “Simbolicamente tutto deve ripartire dalla malconcia Casa della Cultura Victor Hugo – aggiunge Todisco – va restaurata, ma soprattutto va ripensato ciò che c’è dentro, ovvero il Centro di Ricerca Guido Dorso che deve essere l’elaboratore di un nuovo pensiero meridionalistico”.
Per i due esponenti politici quindi, il futuro della città si gioca sul Puc che andrebbe rivisto alla luce del nuovo quadro economico con l’aiuto dello stesso Cagnardi che predispose il Piano. Le proposte che viaggiano lungo questa direzione sono due: una variante di salvaguardia che blocchi per il tempo necessario la nuova edificazione e concentri l’attività edilizia nella rigenerazione urbana e una conferenza urbanistica per rispondere alle esigenze del mutato quadro sociale ed economico avellinese.
Inoltre il circolo Foa si appella a De Blasio, affinché convochi d’urgenza la direzione provinciale per discutere dei problemi della città che non si possono risolvere solo all’interno del gruppo consiliare. Il riferimento è al vertice di domani presso il Convento delle suore Benedettine, indetta dal segretario provinciale per fare quadrato intorno alla situazione che si è creata all’interno della coalizione di maggioranza. “La riunione di domani ci desta perplessità – dichiara Bove – perché i ritiri monastici si fanno sulla base di percorsi guida. Invece dobbiamo constatare che non esiste una guida politica, anzi sono imbarazzanti le dichiarazioni del capogruppo Grella che dice di rappresentare solo 12 dei 17 consiglieri”.
Infine Todisco punta il dito contro possibili larghe intese in Consiglio comunale: “Confrontarsi non vuol dire che i problemi della città si risolvono con le larghe intese che spesso vengono praticate quando si vuol fare qualcosa nell’interesse dei pochi e non delle collettività. Quindi maggioranza e opposizione operino nel rispetto dei propri ruoli, non sono certo le larghe intese lo strumento utile per uscire dalla stasi amministrativa”.
Redazione Irpinia
Testata giornalistica registrata al tribunale di Avellino con il n. 422 del 21.5.2014
- Redazione – Via Dell’Industria snc – Pietradefusi (AV)
- 082573384
- redazione@irpinianews.it