La linea di Luca Cipriano è emersa tutta in una recente intervista in cui ha messo nero su bianco la volontà di far sprofondare di nuovo Avellino nel Commissariamento puntando a quello che sembra essere stato da sempre il suo unico obiettivo: provare a diventare sindaco di questa città. A questo punto della consiliatura, queste però potrebbero diventare semplici velleità da parte di chi ha intrapreso una sorta di battaglia personalistica con l’attuale sindaco di Avellino. Ma evidentemente, c’è dell’altro. Cipriano è un politico intelligente, con un indiscutibile talento nella comunicazione. L’idea di sgambettare Ciampi e sperare in un crollo dell’appeal del Movimento Cinquestelle agli occhi degli elettori avellinesi rappresentano una strategia che sta plasticamente prendendo forma. Eppure molti pensano che Cipriano stia facendo i conti senza l’oste.
1 – “Il Reddito di Cittadinanza Comunale non si può fare e non è stato mai una priorità per questa Amministrazione”.
Il leader di Mai Più la butta in caciara, sapendo benissimo che la prossima legge di bilancio del Governo del Cambiamento partorirà l’avvio del Reddito di Cittadinanza nazionale. Quello comunale, a questo punto, sarebbe solo una inutile sovrapposizione. Il Movimento Cinquestelle, secondo le ultime dichiarazioni del capo politico Luigi Di Maio, garantirà 780 euro al mese a tutti coloro che vivono sotto la soglia di povertà già dal 2019. Ciampi è il sindaco del Movimento Cinquestelle: Cipriano, evidentemente, sottovaluta questo “piccolo” particolare che può trasformarsi in un boomerang clamoroso.
2 – “L’ultima valutazione è sullo stato di disperazione che attanaglia il Sindaco: pur di restare in poltrona farebbe qualsiasi cosa”.
L’ex presidente del Teatro Gesualdo accusa Ciampi di essere un “poltronaro”. A occhio, la percezione che il popolo avellinese ha della fascia tricolore pentastellata racconta tutt’altro. La richiesta di azzeramento della Giunta in nome della sopravvivenza della legislatura pone una grande contraddizione alla base di questa accusa.
3 – “La proposta portata in Capigruppo, che mirava a creare un governo di garanzia, voleva essere l’estremo tentativo di salvare questa consiliatura e dare un senso al voto di protesta degli avellinesi.”
Cipriano sapeva fin troppo bene che le richieste fatte erano soltanto un modo ineludibile di farsi dire di no. Lo schema è chiaro: mettere da parte Avellino, calpestare ogni tentativo di Ciampi di fare il bene della città, sperare che gli avellinesi lo colpevolizzino e passare all’incasso la prossima primavera. Un gioco rischioso. Gli elettori riconoscono certe ambizioni. E di solito le puniscono.