Vincenzo Ciampi ha dimostrato, ancora una volta, di desiderare il bene della città di Avellino. La scelta di ritirare le linee programmatiche e di condividerle con i consiglieri dimostra la totale apertura del sindaco ad una condivisione del percorso amministrativo con le altre forze politiche. Se il centrodestra, Percopo, Luongo e Iacovacci hanno raccolto l’assist del primo cittadino, il gruppo Mai Più ha voltato le spalle alla rinascita della città in nome di un azzeramento della Giunta che sa tanto di imposizione da Prima Repubblica. Luca Cipriano, con questa legittima ma improvvida decisione, mette “Mai più” sull’asse dei Popolari, in netta contraddizione con le istanze di cambiamento che i suoi elettori hanno palesemente richiesto lo scorso 24 giugno. Chiedere di cambiare gli assessori e mettere le persone davanti a un progetto politico con linee programmatiche comuni, basate su intenzioni chiare e scandite da tempi certi, anche se con tutte le difficoltà del caso, è dare peso e importanza all’occupazione delle poltrone piuttosto che alle cose da fare per la città.
È tempo di sotterrare l’ascia di guerra: la sfiducia, in questo momento, sarebbe il classico boomerang che, in primavera, spazzerebbe via qualunque velleità di puntare a sovvertire il voto delle Amministrative. Velleità appunto: e chi si appella alla “resa” di Ciampi sul reddito di cittadinanza non segue le cronache politiche nazionali. Il programma e i provvedimenti del Governo del Cambiamento si intersecheranno inevitabilmente con l’Amministrazione pentastellata.
Cipriano, a cui non manca di certo acume politico, potrebbe e dovrebbe fare un ulteriore passo in avanti per la città, superando le evidenti acrimonie in merito alla gestione amministrativa delle ultime settimane: alzare il muro, a questo punto, significherebbe tradire Avellino. La spinta nazionale farebbe il resto e quel Mai più, in eventuali elezioni, probabilmente si trasformerebbe dall’oggetto al soggetto.