“Cipriano? L’ho querelato. Capisco il suo nervosismo, non ha più i benefit del teatro”

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Marco Imbimbo – La querelle Foti-Cipriano è destinata a trascinarsi nel tempo. Anzi da querelle si è già trasformata in querela, quella che oggi ha sporto il primo cittadino nei riguardi dell’ex presidente del Massimo cittadino che, nel corso della conferenza stampa davanti al Teatro, si era scagliato contro Foti.

Un comportamento che, ironicamente, il sindaco dichiara di comprendere. «In questa fase, che è elettorale, non avere più a disposizione le risorse di un ente pubblico e i benefit che può dare il teatro, la campagna elettorale diventa difficile. Quindi capisco questo nervosismo da donnetta isterica».

“Comprensione” a parte, restano le parole dure pronunciate da Cipriano che hanno portato il sindaco ad imboccare la via della querela. «Definirmi contiguo alla mafia, alla camorra, ma anche alla Sicilia disprezzando una regione nobilissima, inoltre dicendo che per miei meriti non so cosa avrei fatto – spiega Foti. Ma arrivando fino al punto di svillaneggiare e offendere due professionisti (i commissari liquidatori Pino Terracciano e Marco Chiauzzi, ndr) che ha definito “consulentucoli”. Insomma, vuol dire che i nervi gli sono saltati, ma questi sono problemi suoi e non miei. L’ex presidente del teatro ne risponderà nelle sedi deputate. Quando uno dice una cosa se ne assume le responsabilità».

Una decisione, quella di Foti, mossa dalla necessità di «tutelare la mia persona che è, universalmente noto, essere una persona onesta e non definibile nel modo fatto dall’ex presidente del teatro».

Tra le varie cose, Cipriano, ha anche sottolineato come Foti trascorrerà i prossimi dieci anni a salire e scendere le scale del Tribunale, dati i vari avvisi di garanzia che ha ricevuto. «A differenza degli altri amministratori che sperperavano denaro pubblico, io ho fatto l’amministratore pubblico e non ce n’è uno che si rispetti che non abbia ricevuto avvisi di garanzia per omissioni d’atti d‘ufficio, a meno che non stia seduto dietro la scrivania a pettinare le bambole. Precisiamo che non ho mai ricevuto un avviso di garanzia per 416bis, ma per omissioni di atti d’ufficio. E sono orgoglioso di averli ricevuti che, tra parentesi sono a tutela dell’indagato, perché evidentemente ho amministrato, nel bene o nel male, ma l’ho fatto e non mi sono messo a pettinare le bambole o a spendere denaro pubblico a come mi veniva».

Entrando nel merito della vicenda teatro e della liquidazione, l’ex presidente del Massimo cittadino sostiene come le procedure seguite, al pari dell’ipotesi di ammanco di casa, siano illegittime, accusando l’amministrazione e la maggioranza consiliare di aver detto troppe bugie alla città. «Se ne incaricheranno la Corte dei Conti e il fascicolo aperto dall’autorità giudiziaria in sede penale – taglia corto Foti. Non sono io a dover dare sentenze, sono al persona meno indicata».

Infine, il primo cittadino, allontana anche l’accusa mossa da Cipriano secondo cui, tutta la vicenda teatro, sarebbe frutto di una “rappresaglia” nei suoi riguardi per non aver sostenuto l’ex senatore De Luca alle scorse elezioni regionali. «Si sono dimessi lui e tutto il Cda, per due volte consecutive, perchè non sono stati in grado di licenziare il bilancio, quindi evidentemente qualche problema c’era. Ma ripeto, queste valutazioni non spettano a me, saranno Corte dei Conti e Procura, che ha aperto un fascicolo, a dover valutare».

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  1. […] Marco Imbimbo – Mettendo da parte le polemiche sulla passata gestione del “Gesualdo”, è tempo di guardare al presente. Anche perché, a questo punto, spetterà a Procura e Corte dei Conti fare chiarezza su ciò che è stato prima della messa in liquidazione dell’Istituzione teatro, così come hanno dichiarato sia Foti che Cipriano. Al pari spetterà al tribunale dirimere la vicenda tra i due protagonisti, nata a suon di accuse reciproche e pronta ad approdare a piazzale De Marsico insieme alla querela sporta dal primo cittadino. […]

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