Chiude “EmporioLab”: la grandezza di un progetto per una città che fallisce due volte

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Fabrizio Nigro – Un’iniziativa dall’alto valore sociale di quelle che la città di Avellino avrebbe dovuto supportare in ogni modo e che, invece, per l’ennesima volta naufraga nell’indifferenza.

E’ l’esperienza di “Emporiolab”, promossa dall’Associazione “Libero per Tutti”, nata nel 2012 e coordinata dalla dottoressa Federica Tarantino, che si era proposta di integrare ed avviare all’attività lavorativa i giovani affetti da disabilità attraverso l’apertura di un punto vendita di articoli per la casa situato nel pieno centro di Avellino, in via Rifugio n°7, a pochi passi da Piazza Libertà.

Un modo per dare una concreta possibilità di inserimento e di realizzazione personale ed economica a chi, nonostante le difficoltà, ha più volte dimostrato di avere tanta voglia di fare e di mettersi in gioco.

Il progetto era stato avviato lo scorso dicembre grazie ai soli fondi dell’Associazione, che aveva tuttavia fatto appello al mondo imprenditoriale affinché qualcuno sponsorizzasse l’iniziativa. Appello passato anche dalle nostre pagine dalla voce di Flavio Puleo, padre di una delle ragazze attive nel progetto.

Già nel 2014 l’Associazione aveva avviato con le medesime finalità il progetto “Edicolab”, con l’allestimento di un punto vendita di riviste e quotidiani in Piazza San Francesco n°2, meglio nota come Via degli Imbimbo. Un progetto che vide la partecipazione di circa 20 persone (di età compresa tra i 18 e 64 anni) che, sotto la supervisione di alcuni tutor e di un’equipe multidisciplinare, si erano alternate nel portare avanti tutte le attività del punto vendita.

Tuttavia, dopo circa due anni di attività, “Edicolab” abbassò la saracinesca a causa delle difficoltà economiche riscontrate, dovute anche alla poca affluenza di cittadini nonostante i molti affezionati.

In quell’occasione, di fronte al dispiacere di molti avellinesi ed al non felice esito dell’esperimento, l’Associazione “Libero Per Tutti” non volle muovere alcun tipo di critica o lamentela, puntando responsabilmente e con tenacia al prosieguo delle proprie attività. Prosieguo che si era appunto concretizzato, dopo pochi mesi, con l’esperienza di “Emporiolab” che oggi si appresta a chiudere nuovamente i battenti.

Anche stavolta l’associazione vuole restare lontana da polemiche, e lo ha chiarito attraverso un post di ringraziamento su facebook della dottoressa Lucia Ercolino: “Anche questa avventura sta per finire – si legge – senza rimpianti e senza polemiche. Ringraziamo tutti i ragazzi che hanno fatto parte di questo progetto e che sono arrivati agli obiettivi prefissati, qualcuno è andato oltre. Soddisfazioni immense, sacrifici, risate, discussioni, ci hanno accompagnato in questi anni. Grazie a chi ci è stato vicino, a chi ci ha appoggiato ed a chi ha creduto in noi. Ci abbiamo creduto fino in fondo. Con affetto, e con tanta tristezza nel cuore”.

Ma se l’Associazione, con sua gran dignità, non ha mai voluto alimentare malumori o porre interrogativi, è certo compito della stampa farlo.

Ci si chiede dunque come sia possibile che un’attività commerciale con un chiaro fine sociale, posta nel bel mezzo della città, non abbia ottenuto il riscontro sperato da parte della cittadinanza, a fronte dei numerosi appelli lanciati dai media.

E ci si domanda anche come mai le istituzioni, ed il mondo imprenditoriale irpino a cui si era fatto più volte appello, non abbiano manifestato la dovuta attenzione per scongiurarne la chiusura.

Ma la colpa va equamente ripartita tra tutti, anche tra noi operatori dell’informazione, che avremmo dovuto manifestare la nostra vicinanza sostenendo anche economicamente l’iniziativa, rifuggendo maggiormente da consueti atteggiamenti pilateschi di chi “fa un altro mestiere”.

“La buona riuscita può dipendere anche da te, diventando nostro cliente”: fu questo lo slogan scelto da “Libero per tutti” per presentare l’iniziativa, lo scorso dicembre.

Uno slogan che, probabilmente, non è riuscito ad entrare nel cuore e nella testa degli avellinesi.

Il “mea culpa”, intanto, tocca proprio a tutti. Non resta altro che chiedere scusa.