Cervinara – Con la stagione estiva si ripropone il problema dell’utilizzo a fini turistici della montagna. Una delle risorse più importanti di Cervinara, che se sfruttata, può determinare il vero sviluppo del paese, rimane ancora nel dimenticatoio. E la situazione si è ulteriormente aggravata all’indomani dell’alluvione che nel dicembre ’99 colpì proprio le frazioni pedemontane della cittadina caudina, a partire da Ioffredo e Castello. Basta percorrere la strada che porta alle sorgenti del della località turistica Mafariello per rendersi conto che la situazione è veramente preoccupante. La strada stessa è in uno stato di abbandono, diventata sempre più stretta per la mancata pulizia, con cumuli di detriti, spostati all’indomani dell’alluvione, che sono ancora lì nello stesso posto ad anni di distanza. Tutto questo incide non solo sull’aspetto turistico della montagna, ma limita notevolmente anche la fruizione della stessa ai proprietari che vogliono curare i secolari castagneti, in alcuni casi unica fonte di reddito per intere famiglie. Le numerose sorgenti: Pisciariello, fontana del Pastore e Acqua Rossa si trovano in una situazione di abbandono e degrado. Dall’alluvione ad oggi sembra che solo il Genio Civile abbia operato qualche intervento, soprattutto relativo alla messa in sicurezza del torrente Castello con la pulizia, il consolidamento e l’allargamento delle “catene”, opere di ingegneria idraulica che hanno il compito di limitare eventuali colate di fango. Tutta questa situazione ha azzerato quasi del tutto il già limitato flusso turistico domenicale di quanti in passato si recavano a godersi la frescura, di questa parte molto bella della montagna del Partenio. La situazione non cambia nelle altre zone di Cervinara. Nella località Coppola si assiste addirittura alla nascita di costruzioni, che anche se autorizzate, non si sposano certamente nel migliore dei modi con l’ambiente circostante. Rispetto a tutto questo la Comunità Montana del Partenio ed il Comune appaiono impotenti. Soprattutto l’ente montano deve trovare la forza per un piano di salvaguardia e sviluppo della montagna se non vogliamo continuare a piangerci addosso, parlando sempre di sviluppo che non arriva. E’ lo sfogo di alcuni cittadini cervinaresi.
Redazione Irpinia
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