Avellino – Carlo Del Balzo, il letterato, il giornalista, il politico, l’avvocato, l’europeista. Del Balzo, poliedrica personalità, vanto della storia Irpinia, uomo dalle mille risorse. Un uomo del passato, figlio di un’epoca di cui però non è stato schiavo, essendosi fatto promotore di idee e problematiche avanguardistiche per il momento storico in cui visse la sua eclettica esistenza. E’ proprio a questa illustre figura dell’800 irpino che la Provincia di Avellino e il Centro di Studi Guido Dorso, hanno sentito il dovere di dedicare, nel centenario della sua morte, una mostra documentaria. Inauguratasi questa mattina alla Biblioteca Provinciale, la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 27 febbraio 2009. La ricchissima galleria allestita nella Sala Penta di Palazzo Scipione e Giulio Capone in Corso Europa, è stata ideata nelle strutture e nella disposizione delle teche dall’Ingegnere Raffaele Della Fera e curata dai dottori di ricerca Antonello Ricco, Paola Apuzza, Renato Caneschi e da Patrizia Castaldo, stagista presso la Soprintendenza BSAE di Avellino e Salerno, tutti studiosi della vita e delle opere di Carlo Del Balzo. La fornitissima mostra è stata messa in piedi grazie alle donazioni di ben ottomila volumi e mille pezzi della famiglia Del Balzo alla Biblioteca Provinciale di Avellino. Donazione che risale al 1923 e che quest’anno è stata adottata per l’esposizione al pubblico proprio nell’occasione del memoriale della morte di Del Balzo. Alla preparazione della galleria ha contribuito anche Marisa Anzalone, responsabile della Biblioteca. Stamattina la presentazione ufficiale con autorevoli personalità dal mondo accademico e politico, riunitisi in un Convegno di Studi dal titolo emblematico: “Carlo Del Balzo letterato e politico antesignano dell’idea d’Europa”. Hanno aperto il tavolo dei lavori Vincenzo Madonna, Commissario Straordinario della Provincia di Avellino, Giuseppe Muollo, Sub Commissario della Provincia di Avellino, Giuseppe Galasso, Sindaco di Avellino, Salvatore Biazzo, Assessore alla Cultura del Comune di Avellino, Luigi Tullio Capuano, ex sindaco del Comune di San Martino Valle Caudina, paese che diede i natali a Del Balzo. Assente Antonio Maccanico, Presidente del Centro di Ricerca Guido Dorso, che per sopraggiunti impegni politici a Roma, non è potuto essere presente ma che ha salutato la platea con una messaggio letto dal Sub Commissario Muollo. Sono intervenuti il Rettore della Facoltà di Lettere dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Lucio D’Alessandro, che ha incentrato il suo discorso sul romanzo di Del Balzo “Le Ostriche”, mettendolo in rilievo come uno dei primi romanzi di denuncia al malcostume politico. D’Alessandro ha spiegato la metafora che sta alla base del testo: il titolo, “Le ostriche”, che si attaccano agli scogli per poter sopravvivere, allude a un vizio dei politici i quali, come le “ostriche”, si aggrappano al potere e alle poltrone. Oggi come allora. Ecco spiegato l’avanguardismo di Del Balzo politico. Il quale, come ha sottolineato il sindaco Galasso dovrebbe essere portato nelle scuole e fatto conoscere alle nuove generazioni per le sue idee sorprendentemente attuali, che possono essere definite addirittura contemporanee. Ha poi preso la parola l’ex ministro Ortensio Zecchino sul tema “Parlamentarismo e antipolitica: una storia sempre attuale”. Zecchino con il linguaggio da fine studioso ha evidenziato le contraddizioni della politica spesso condizionata dall’indulgenza della vanità e del gioco dei protagonisti della vita parlamentare con l’antipolitica come alibi al vuoto di proposte per intercettare il voto. Il senatore di Ariano Irpino si è soffermato spesso sulla crisi della politica e della scarsa rappresentanza territoriale che si evidenzia nella “nausea per la politica” come forma di distacco da parte dell’utente- cittadino. Presente anche la Prof. Paola Villani, Titolare della Cattedra di Letteratura Italiana al Suor Orsola Benincasa di Napoli, che ha curato l’edizione di quello che può essere definito il primo saggio politico della storia italiana (di cui tra l’altro lo stesso Maccanico ha redatto la post fazione) e si è soffermata sulla questione della letteratura “contaminata” di Del Balzo, in bilico tra cronaca e letteratura. Dai tanti meticolosi interventi degli studiosi e dei politici presenti, è quindi emersa una figura sulla quale troppi anni di dimenticatoio avevano posato la polvere. Lodevole quindi l’iniziativa della Provincia di Avellino e del Centro Guido Dorso di riaccendere meritatamente i riflettori sul suo multiforme ingegno. Soffermandosi sulle teche, dove sono esposti centinaia di articoli, saggi di varia natura, interventi parlamentari, ingialliti dal tempo e proprio per questo ancora più affascinanti, e leggendo accuratamente il loro contenuto ci si stupisce della sua versatilità. E dinanzi a tanta lungimiranza si può essere assaliti da un dubbio: era Del Balzo paurosamente progressista o siamo noi, gente del ventunesimo secolo, troppo, altrettanto paurosamente “regressisti”? ( di Oderica Lusi )
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