Cava, Graziano, Pagnozzi e Genovese: ecco la mappa della camorra ad Avellino

0
1045

In provincia di Avellino il settore più ambito dal crimine organizzato resta quello degli appalti pubblici.

Lo dice l’ultimo report dell’Antimafia che nel consueto rapporto al Ministero degli Interni traccia il punto sui primi sei mesi dello scorso anno.

“Il settore degli appalti pubblici – si legge nel rapporto – resta un ambito molto sensibile nel quale, imprenditori senza scrupoli, risulta abbiano impiegato metodi mafiosi per sottrarre, attraverso il sistema del subappalto, la realizzazione di lavori ad imprese regolarmente vincitrici di gare”.

Il riferimento è all’operazione della Questura di Avellino denominata Santa Cristina, avvenuta nel marzo dello scorso anno quando furono arrestati 5 soggetti – responsabili di minacce, turbativa d’asta, incendi dolosi, danneggiamenti, detenzione illegale di armi e munizionamento – per aver minacciato, millantando contiguità con contesti camorristici, un imprenditore di cedere un appalto per la realizzazione di alcuni lavori nel comune di Domicella.

SITUAZIONE STABILE AD AVELLINO MA… – Più in generale, sempre nel rapporto si legge che “… ad Avellino e Benevento si registra una apparente situazione di stabilità. Nel complesso la Campania” risulta essere “… un territorio fortemente parcellizzato e segnato dalla diffusa presenza della camorra”.

In provincia di Avellino si conferma dunque l’operatività dei clan Cava, Graziano e Pagnozzi, affiancati da una serie di gruppi minori.

I Cava sono presenti anche ad Avellino Città, nell’hinterland e nel Vallo Lauro; i suoi affiliati gestirebbero attività illecite anche a Nola e nel nolano e nella zona vesuviana.

La Direzione nazionale antimafia ha posto l’attenzione su due fatti di sangue avvenuti nel Baianese Vallo Lauro su cui gli uomini coordinati dal Procuratore nazionale Franco Roberti hanno concentrato i propri sforzi.

Si tratta degli omicidi di Attilio Di Grezia (presunto affiliato dei Cava), rinvenuto cadavere esattamente un anno fa sulle montagne di Mugnano del Cardinale, e di Nicola Annunziata, avvenuto nell’aprile dello scorso anno sempre a Mugnano del Cardinale e per i cui fatti nel luglio dello scorso anno furono arrestati – grazie ad una brillante operazione dei Carabinieri – due soggetti pregiudicati rispettivamente di 46 e 63 anni, provenienti dall’hinterland napoletano, a Sant’Anastasia, in provincia di Napoli.

“Lo stato di detenzione di alcuni esponenti di rilievo dei Cava – commenta l’Antimafia – potrebbe rappresentare una delle cause di instabilità degli equilibri interni al gruppo e ritenersi il movente di alcuni episodi delittuosi verificatisi nel semestre, riconducibili alla necessità dei vertici della famiglia di riaffermare la leadership”.

Cava ma non solo.

Il contrapposto clan Graziano, scrive l’Antimafia, è radicato nel Vallo Lauro, nell’agro nocerino sarnese (dove a Sarno si registra il ritorno di alcuni esponenti della nuova camorra organizzata) e nella Valle dell’Irno, a confine tra le province di Avellino e Salerno che, più precisamente, si caratterizza per la presenza da Montoro a Baronissi del clan Genovese.

Sotto i riflettori della Dda è anche la famiglia Pagnozzi, operativa nella Valle Caudina oltre che nel Sannio e nell’Alto casertano.

“I vertici della famiglia – si legge nel rapporto – trasferitisi a Roma dal 2005, avrebbero stretto forti legami con organizzazione criminali locali e di altre province campane, finalizzati a infiltrarsi nel tessuto economico di questi territori. E’ quanto emerge dall’operazione Tulipano – avvenuta dodici mesi fa – grazie alla quale è stato possibile ricostruire la strategia criminale adottata dai Pagnozzi. Questi ultimi, per finanziare la componente campana del gruppo, avevano fatto trasferire nella Capitale le persone ritenute più idonee ad inserirsi nel nuovo territorio in cui a seguito della temporanea uscita di scena della famiglia Senese, ne avrebbero ereditato la gestione delle attività criminali (piazze di spaccio nei quartieri periferici della Capitale) e dove avrebbero stretto accordi con membri dei Casamonica“.

Sempre dall’Operazione del gennaio scorso denominata Tulipano, infine, emerge come la camorra abbia riadattato le vecchie metodologie operative alle più complesse tecniche di gestione fraudolenta del gioco online, con i Pagnozzi e criminali romani impegnati nel controllo e nella distribuzione delle slot machine nelle zone commerciali di Cinecittà e Tuscolano sempre a Roma.

La mappa della mala in Irpinia
La mappa della mala in Irpinia

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here