Carnevali delle Tradizioni, li “Squacqualacchiun” di Teora in Piazza a Venezia

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In occasione dell’evento “Carnevali delle Tradizioni”, le maschere antropologiche d’Italia hanno sfilato lunedì 12 febbraio, in Piazza San Marco a Venezia.

A rappresentare la Regione Campania, in particolar modo la storia e le tradizioni dell’Irpinia al prestigioso Carnevale di Venezia c’erano li “Squacqualacchiun”, la maschera tipica di Teora (AV).

La Pro Loco di Teora delinea quella che è la storia di questa maschera, difatti il termine “Squacqualacchiun” potrebbe derivare dalla voce dialettale “squacquarat” che significa “trasandato”, cosi come appaiono queste maschere.

Queste figure antiche, primitive e grottesche indossano un costume composto da un sacco di tela con una giacca stinta messa a rovescio. Il loro viso è coperto da un cappuccio che funge da maschera e che lascia intravedere solo gli occhi. In mano portano dei bastoni, alle cui estremità sono attaccati dei campanacci, che emettono un rumore cupo, e degli aghi di pino, che usano per i loro rituali.

Nel loro girovagare per i rioni del borgo irpino, infastidiscono e ingiuriano i passanti con lazzi e gesti un po’ “spinti”. Una volta giunti nel centro del paese, gli ‘Squacqualacchiunì improvvisano una danza prima intorno a “lu pagliar” (il falò) e poi intorno alla fontana principale, compiendo il loro rito magico.
La tradizione vuole che la prima apparizione della maschera sia il 17 gennaio, anche se l’uscita più importante avviene l’ultimo sabato del mese in occasione della festa che celebra una pietanza tipica della tradizione culinaria teorese, la Tomacella.

Vedere la maschera teorese sfilare nel cuore di Venezia, è stata un’emozione forte e indescrivibile per tutta la comunità del borgo irpino, ma non solo, anche per Roberto D’Agnese, custode delle tradizioni popolari.

“Una notizia che mi ha reso contento, anzi di più, perchè l’Irpinia ha bisogno di rappresentare le proprie tradizioni al di fuori del proprio territorio per richiamare visitatori – afferma D’Agnese – credo che con un turismo di cultura si possa quantomeno arginare il fenomeno dello spopolamento, rendendo produttive alcune delle tradizioni” – conclude D’Agnese.

Un gruppo capeggiato dal primo cittadino di Teora Pasquale Chirico, ha visto i vari raffiguranti: Fabrizio Vitiello , Nicola Casciano, Vincenzo Ciccone, Donato Grasso , Alfonso Porreca , Gianluca Zarra , Jacopo Restaino , Giuseppe Lardieri , Gerardo Gervasio , Vito Di Domenico, Emidio De Rogatis, pronti a  trasmettere lontano dal proprio paese, quella che è l’identità legata alle proprie radici.

“È stato un onore partecipare al carnevale di Venezia, evento unico in una piazza magnifica – afferma il sindaco Pasquale Chirico – Portare le nostre tradizioni e la nostra maschera, gli squacqualacchiun, in una delle manifestazioni carnevalesche più importanti al mondo è stato il riconoscimento per l’impegno di tutti coloro i quali negli anni si sono impegnati per la riuscita della manifestazione che da locale è diventata nazionale. Rappresentare la nostra regione, la Campania, ma soprattutto la nostra Alta Irpinia e il nostro paese Teora è stata una emozione unica che speriamo di ripetere. Grazie all’Unpli Campania e alla Pro Loco Teora -conclude il sindaco Chirico.

“Ricevere la chiamata dall’UNPLI Nazionale per andare ai Carnevali delle tradizioni a Venezia per la Pro Loco Teora è sicuramente motivo di orgoglio ma soprattutto un motivo in più per credere nelle nostre tradizioni. Dopo anni di sacrificio per il nostro paese e per tutta Alta Irpinia è la giusta ricompensa, ringraziamo tutti gli enti e tutte le persone che hanno reso possibile tutto questo” – afferma il Direttivo Pro Loco Teora.