Avellino – “Stiamo al collasso e non per il caldo…”. E’ la lapidaria affermazione di Carmine Ambrosone esponente della Cisl che insieme ai colleghi di Cgil e Uil hanno tenuto una conferenza stampa presso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Via Annarumma. Un incontro con gli organi d’informazione per lanciare un appello-denuncia a tutti i sindaci dei 119 comuni dell’Irpinia in merito alla carenza di organico dei caschi rossi. Come è stato illustrato, in tutta l’Irpinia sono 190 i pompieri in forza dei quali 15 solo presso il Comando ogni giorno e che devono coprire ben quattro turni. “Il problema non è di oggi. Risale alla notte dei tempi… ormai: non solo l’organico è carente, e fin qui nulla di nuovo, ma la cosa più grave – ha dichiarato Ambrosone – è che ne va di mezzo l’operatività e la tempestività degli interventi. Ad esempio: se la squadra di Avellino è impegnata in un incidente stradale e nel frattempo giunge al Comando la richiesta di un ‘codice rosso’ le unità dovranno lottare contro il tempo per poter essere presenti in ambedue i casi. E se un episodio del genere dovesse verificarsi in un altro comune irpino nello stesso giorno della chiusura, per turnazione, di uno dei quattro Distaccamenti sarà competente il Comando Provinciale: immaginate il tempo che la squadra operativa perderà per poter raggiungere il luogo ad esempio di un incidente? I Vigili del Fuoco non hanno solo competenze in apertura di porte e di lotta contro i calabroni… intervengono anche in gravi incidenti stradali, in incendi. Insomma, stiamo davvero al collasso”. I caschi rossi di Cgil, Cisl e Uil alzano il tiro prendendo di ‘mira’ i sindaci irpini. “Proprio per la carenza di organico il nostro Dirigente è stato costretto, previa autorizzazione del Ministero e della Prefettura, di chiudere a turnazione i Distaccamenti: una presa di posizione necessaria eppure è stato solo il sindaco di Grottaminarda, Giovanni Ianniciello, ad attivarsi affinché la sede dei caschi rossi resti aperta per fronteggiare le esigenze del territorio. Insomma, notiamo – conclude Carmine Ambrosone – una certa indifferenza dei primi cittadini per un’annosa problematica che ormai è diventata politica. Solo attraverso la loro attivazione forse qualche parlamentare irpino ascolterà le nostre richieste”. (di Emiliana Bolino)
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