Carcere Ariano, la Uilpa: cinque telefonini sequestrati in una settimana

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ARIANO IRPINO- Cinque telefonini rinvenuti nella Sezione destinata ai detenuti che si sono resi autori di aggressioni ai danni del personale o che per motivi di ordine e sicurezza devono essere separati dal resto delle popolazione carceraria nel penitenziario di Ariano Irpino. A darne notizia il Responsabile Segreteria GAU UILPA Polizia Penitenziaria. Un fenomeno in costante crescita, mentre le misure atte al contrasto dell’introduzione di telefoni cellulari in carcere sono ancora insufficienti. Ma la meticolosità e la caparbietà degli Agenti di Polizia Penitenziaria della C.C. di Ariano Irpino, egregiamente coordinati dalla Comandante del Reparto e dalla Direzione, sembrerebbe abbia portato al ritrovamento, solo in questa settimana di ben 5 telefoni cellulari, abilmente occultati. È da evidenziare che i rinvenimenti sono avvenuti in due perquisizioni diverse nella stessa sezione detentiva, destinata agli ex art. 32 ossia quei soggetti separati dal resto della popolazione detenuta per ragioni di ordine e sicurezza. É preoccupante, oltre l’aumento dell’introduzione , anche la recidiva dideterminati soggetti, indice di totale insofferenza alle leggi che lo Stato applica a riguardo con fini deterrenti. Paradossalmente, da quandol’introduzione e il possesso di telefonini in carcere costituisce reato, ne circolano molti di più. Basti pensare che solo nel 2024 sono stati sequestrati 2.252 telefoni nelle celle: 6 al giorno, con prezzi di acquisto esorbitanti, introiti ingenti per la criminalità organizzata. E in questo drammatico scenario diventa fondamentale il lavoro della Polizia Penitenziaria, nonostante le molteplici difficoltà legate al disagio del contesto lavorativo ed all’organico inferiore rispetto alle reali necessità.Un plauso di questa Organizzazione Sindacale agli Agenti di Ariano Irpino per il costante impegno e per la capacità investigativa che segna ancora un punto a sfavore dell’introduzione e della detenzione di telefoni cellulari all’interno delle carceri.