È un Guido Carboni arrabbiato, ma sempre più convinto in quella salvezza che non è una chimera e consapevole che prima o poi, anche lontano dal terreno amico del Partenio, si riuscirà a raccogliere quanto seminato. Il tecnico biancoverde, a 48 ore da un altro match da brividi contro il Lecce, analizza le ultime prestazioni, il periodo non brillante dei suoi uomini che lentamente stanno tornando nelle sabbie mobili della bassa classifica. Il tecnico aretino striglia tutti. Soddisfatto del gioco espresso dalla squadra al Dall’Ara di Bologna, ma deluso per l’ennesima gara persa su errori dei suoi sui calci da fermo. Bisogna dare una nuova sterzata al torneo e non vanificare la “prima rincorsa che aveva permesso alla squadra di staccarsi dalla zona rossa”. Ci vuole una nuova reazione di orgoglio per risalire da subito la china, il magro bottino delle ultime cinque sfide che ha visto i lupi ottenere un solo punto in casa con il Treviso. “Adesso voglio dai miei ragazzi un scatto che in parte martedì c’è stato -l’esordio del trainer irpino- .In questo momento, dobbiamo ritrovare i risultati: lontano dal Partenio non abbiamo fatto male, ma purtroppo siamo tornati a casa con un pugno di mosche e questo la dice lunga sulla nostra capacità di concentrazione. Ho avuto modo di rivedere l’ultimo incontro e mi sono reso conto, ad un certo punto, che abbiamo avuto un maggiore possesso palla e questa di sicuro non è cosa da poco, visto che affrontavamo la prima della classe, una squadra con 30 punti di vantaggio su di noi. Riuscire a pareggiare il match su rigore e poi subire tre tiri ed altrettanti goal vuol dire che qualcosa non va. In Emilia abbiamo evidenziato tutte le nostre pecche”. Per quanto concerne il calendario difficile che nei prossimi incontri vedrà i biancoverdi contrapposti prima ai pugliesi e poi al Chievo, altra nobile del torneo: “Sabato, affronteremo una formazione qualitativamente superiore a noi. La classifica parla chiaro, ma spero di tutto cuore che si faccia qualche passo in avanti, voglio una squadra più concreta e meno bella e leziosa”. Sottolinea le difficoltà riscontrate sui calci piazzati che rappresentano il vero tallone d’Achille del gruppo: “Ho detto ai miei ragazzi che devono divenire più determinati sulle palle inattive, questo per me rappresenta un vero e proprio cruccio. Sono undici anni che siedo su una panchina e posso dire senza alcun problema che non ho mai subito tanti goal in queste situazioni. Vuol dire che negli prossimi allenamenti ripartiremo da quel tipo di lavoro che di solito si fa in preparazione. Se andiamo a considerare le reti subite nelle ultime gare, compresa quella con il Bari, ci rendiamo conto che arrivano quasi tutte da punizioni”. Rincara la dose l’allenatore toscano che cerca di smuovere la propria squadra, dando una scossa al gruppo invitandolo ad una maggiore attenzione ad evitare i cali che soprattutto nei finali delle gare hanno portato a qualche evitabile tracollo in campo avverso: “Non è un problema di modulo o di disposizione tattica. E’ una mancanza concentrazione in fase difensiva. Prima delle sfide si danno delle disposizioni, noi marchiamo a zona mista ci sono degli uomini che stanno sulla palla, altri a riferimento sull’avversario, vuoi per un motivo vuoi per un altro ci addormentiamo e commettiamo errori che ci costano caro. Subito dopo Bari, dissi “…adesso comincia un periodo difficile”. Un ciclo di partite terribili dove sinceramente volevo una maggiore continuità di risultati perché la nostra classifica lo dice”. Parla delle ultime uscite interne con Treviso e Frosinone: “Mi sarei aspettato un passo in avanti anche sotto l’aspetto del gioco ed invece nelle ultime partite abbiamo raccolto una miseria per quanto si è visto sul campo. È vero che i veneti hanno meritato il pareggio, ma anche in quella occasione a quattro minuti dal termine abbiamo subito un goal su calcio da fermo con un uomo in più. Penso che per ciò che abbiamo concesso agli avversari, è stato ottenuto davvero poco”. Il colpo di grazia è avvenuto per opera dei ciociari con quella punizione a 20’’ dal termine: “La partita che ci ha messo in ginocchio è stata quella di sabato. C’è da recitare il mea culpa indipendentemente dal goal preso nel finale: dobbiamo essere più furbi e scaltri. Purtroppo questo non è nel nostro DNA. Una compagine più esperta e maggiormente smaliziata avrebbe fatto staccare un uomo dalla barriera. Invece noi siamo stai fermi a guardare”. Sul grave errore di Trefoloni che avrebbe condizionato non poco l’andamento dell’ultimo incontro con la formazione guidata da Arrigoni, il commento del trainer irpino è chiaro: “Sfortunatamente con gli episodi non ci gira bene. Sono arrabbiato perché al termine dell’incontro si parlava del penalty non concesso e non del goal subito da polli con cinque uomini schierati. Cerchiamo di migliorare i nostri difetti se vogliamo crescere e dare un senso alla stagione. Bisogna ripartire e lavorare perché subiamo dei goal evitabili: spesso siamo noi a far divenire i nostri avversari bravi. Stiamo buttando all’aria i sacrifici fatti per una rincorsa durata due mesi e questo non va bene. Ora, siamo rientrati nuovamente nel vortice. Dobbiamo rialzarci, se noi pensiamo di essere adatti alla categoria, dimostriamo di voler maturare”. Sul fatto che la squadra costruisce tanto, ma che riesce a concludere poco in porta afferma: “Bisogna fare di più anche sotto questo aspetto. Dobbiamo recuperare il terreno perduto, ultimamente non abbiamo raccolto nulla. Sappiamo che ci sarà da soffrire fino alla fine. Avere una rosa qualitativamente migliore rispetto all’andata non basta: dobbiamo metterci determinazione e rabbia per riuscire a portare a casa il risultato. Questo è il giusto modo di ragionare. È d’obbligo giocarcela con tutti, c’è da recuperare la sfida con il Frosinone che nella nostra ipotetica tabella verso la salvezza era importante. Noi non possiamo più permetterci questi regali, se vogliamo raggiungere il traguardo prefissato. Questa, non è una critica severa… è un dato di fatto. In tutta tranquillità posso dire che arriveranno anche i punti fuori casa, però in questo momento è importante iniziare a migliorare sugli errori”. In merito all’assenza pesante di Anastasi e sui tempi di recupero del mediano siciliano, fuori ormai da diverse settimane, e per il quale sono sorte altre complicazioni che lo costringeranno a saltare anche la prossima sfida in casa con il Chievo: “Maurizio si sta curando in una clinica specializzata. Disgraziatamente il giocatore non è disponibile ultimamente non si allenava quasi mai. In qualche gara tipo contro Bari ho preferito portarlo in campo, ma non poteva reggere più di trenta minuti. Speriamo che questo problema si risolva presto anche se negli ultimi giorni sono sorte delle complicazioni. Il ragazzo ha avuto delle calcificazioni ed è emersa una piccola distrazione tendinea al flessore. Deve guarire per poter essere continuo . Con Conticchio fuori e Porcari squalificato, martedì è stata davvero molto dura. Comunque l’assenza di Anastasi non deve divenire assolutamente un alibi. Dire che abbiamo perso perché non c’era lui è una grossa bugia. Non so quando tornerà a disposizione della squadra, i miracoli non possiamo farli. Una cosa è certa: la rosa a mia disposizione correrà fino alla fine, conosco il lavoro del nostro staff”. Sullo stato di forma di Cipriani, uno dei migliori in campo nell’incontro con i felsinei e che per la prima volta è rimasto in campo oltre un tempo, afferma: “È in ripresa. Ci darà una grossa mano, ha qualità tecniche indiscusse”. Chiede maggiore personalità: “Se vogliamo fare bene fuori, dobbiamo credere di più in noi stessi, occorre trovare l’appuntamento con i tre punti anche lontano dalla nostra gente con squadre come Cesena, Ravenna, Spezia che sono alla nostra portata. Poi se sabato riusciremo a disputare una grande partita e a strappare i tre punti al Lecce ben venga. L’importante è crederci con chiunque”. Sui torti arbitrali i categorico: “Non ci penso, in passato purtroppo è stato seminato. Trefoloni ha sbagliato, ma in buona fede. Noi non siamo fortunati negli episodi. Il fallo evidente di Tarana, rigore sacrosanto, non visto perché l’arbitro era messo male. Oppure l’espulsione non comminata a Dallamano a Brescia. Ma non dobbiamo appellarci a questi episodi…prima o poi andrà bene anche a noi”.
(di Sabino Giannattasio)