Campania, Sud, Europa: Gargani apre la nuova stagione del PdL

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Avellino – L’Europa del Mediterraneo e più in particolare il Mezzogiorno d’Italia rappresentano il volano per la formazione e la crescita del PdL e del progresso della società meridionale. Giuseppe Gargani riprende il dialogo (mai interrotto) con il popolarismo e l’Europa, sulla scia dell’esperienza del Progetto Popolare per gli Italiani in Europa (associazione costituita dallo stesso esponente del PdL nel 2006) dando vita a ‘Progetto sud-Europa, la Campania al centro’, “… non una corrente – ha specificato Gargani nel corso dell’incontro al De La Ville – ma una iniziativa che prevede una serie di attività all’interno di un partito, il PdL, che si organizza sul territorio e che è destinato ormai a lasciarsi dietro quella fase transitoria di formazione che lo caratterizza”.
A dividere il tavolo con Gargani, l’ex coordinatore provinciale di Forza Italia, Antonio De Mizio; in sala presenti, tra i vari, Giovanni e Franco D’Ercole, capo dell’opposizione alla Regione.
“Il lusinghiero risultato elettorale del 6 e 7 giugno a livello locale – ha riferito in apertura Gargani – è la prova della presenza sul territorio di un partito che vuole essere protagonista. Si apre ora una fase completamente diversa anche per la Campania e la nostra Provincia che deve essere caratterizzata da un sostegno pieno e consapevole alle amministrazioni locali in particolare all’Amministrazione provinciale e al suo presidente Sibilia, e di conseguenza da nuovo modo di intendere il partito sul territorio e il suo rapporto con la società ”.

UNA NUOVA ‘MISURA’ PER IL PDL – Gargani tasta il polso del partito ‘azzurro’: “Ho espresso personalmente al presidente Berlusconi nel novembre del 2007 le mie personali perplessità sulla costituzione del partito-rete del PdL, progetto in cui vedevo più tattica che strategia politica. Il partito si è formato sicuramente non senza subire un processo laborioso e sacrificato ma rappresenta una novità europea nel suo genere poiché la nascita del PdL è stata sancita prima dal consenso popolare e oggi dell’organizzazione del gruppo dirigente. Cosa – aggiunge – che non si era mai vista neanche in questa sinistra o nel Pd, che di sinistra non ha proprio nulla”. E in questa direzione, Gargani ammonisce: “Occorre girare pagina rispetto alla logica degli ‘ex’, bisogna fare tutto il contrario del Pd: una amalgama non perfetta tra le forze in campo comprometterebbe seriamente la discontinuità che tanto auspichiamo”.

La Campania al centro: “L’iniziativa di Progetto Sud-Europa si pone come il pungolo di un partito che non sia evanescente e che abbia delle precise specificità: partecipazione, pluralismo e democrazia. E’ un progetto ardito perché difficile sarà ottenere questo risultato in un partito presidenziale. Le associazioni arricchivano già i partiti anche ai tempi della Dc e questo progetto non può far altro che bene al PdL”.

BASSOLINO – Per Gargani “… il Sud non va da nessuna parte senza l’Europa: bisogna comprendere che il Governo di Strasburgo è fortemente interessato a quello che accade nel Mediterraneo, sicuramente molto più di quanto lo siamo noi con l’Europa. Lo dimostra la politica di arroganza e di deficienza messa in atto in ambito regionale da Bassolino”. Nel mirino di Gargani c’è proprio il Governatore della Campania, che poche settimane fa ha battezzato la sua Fondazione Sudd, “… però con due D – dice l’ex europarlamentare – Per noi il Sud non ha nessuna doppia lettera, non ha compromessi. Bassolino non ha fatto altro che mettere insieme alcune realtà territoriali del Meridione per cercare di sopravvivere all’interno di un partito che lo ha lasciato completamente solo”.

IL CANDIDATO IDEALE ALLE REGIONALI – La madre di tutte le battaglie, la sfida che completerà idealmente quella filiera istituzionale che dalla Regione arriva fino ai Comuni capoluoghi, vedrà il suo apice nelle regionali del 2010. Anche Gargani lo scorso anno avanzò la sua candidatura a Palazzo Santa Lucia, “… ma i tempi erano prematuri – spiega – e l’opposizione in Regione non era tanto forte. La mia fu una candidatura per una posizione politica, non personale. Il candidato ideale – conclude – dovrà venir fuori esclusivamente per una scelta collegiale”.

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