QUINDICI- Parte il processo al “Nuovo Clan Graziano”, il gotha del gruppo quindicese che secondo le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino si sarebbe riorganizzato dopo le scarcerazione “eccellenti” a fine 2017 di Fiore e Salvatore Graziano, figli del defunto boss Arturo, che avevano stretto un patto per gestire il racket e il condizionamento delle attività politiche ed economiche nel Vallo di Lauro con Antonio Mazzocchi, l’ex poliziotto cognato di Adriano Sebastiano Graziano (estraneo a questa organizzazione).
Tutti e tre sono stati infatti indicati dalle indagini dei pm Antimafia Simona Rossi e Luigi Landolfi come promotori e organizzatori del gruppo, disarticolato da un blitz scattato nell’agosto 2019, per frenare una probabile ripresa della faida con il clan avversario dei Cava (dalle intercettazioni ambientali e tramite trojan dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino erano emersi tentativi da parte di Mazzocchi di organizzare un agguato ai danni di Salvatore Cava jr, scarcerato nel maggio 2019).
Sono quattro gli imputati davanti al collegio presieduto dal giudice Gian Piero Scarlato che devono rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso, difesi dai penalisti Raffaele Bizzarro e Sabato Graziano. In aula questa mattina sono comparsi i militari del Nucleo Operativo della Compagnia dei Carabinieri di Baiano, che si occuparono delle prime indagini sul tentato omicidio avvenuto nel 2014 ai danni di Giulio Maffettone (ucciso due anni dopo), per cui non ci sono imputazioni nei confronti degli imputati (gli autori del doppio attentato sono ancora ignoti) ma che era alla base delle indagini avviate dall’Antimafia sulla criminalità nel Vallo di Lauro.
Da quegli eventi erano scattate attività di intercettazione anche in carcere per elementi di primo piano del clan quindicese. Ma non c’erano stati sviluppi, diversamente da quanto avvenuto per i raid intimidatori scattati nei confronti di imprese e dell’impianto crematorio di Domicellla (per cui tutti e quattro gli imputati sono stati condannati dal Gup nel processo con rito abbreviato) scattati nel 2018. I militari hanno risposto alle domande del pm Antimafia Ida Frongillo, che ieri ha rappresentato l’accusa in aula.
La prossima udienza, nella quale saranno sentiti i militari del Nucleo Investigativo che da fino 2017 al 2019 hanno condotto le indagini, si svolgerà il 26 settembre.