Camorra e rischi nelle aree interne Gratteri: non ci sono più zone franche

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A cura di Attilio Ronga

CIMITILE- “Non esistono più zone franche. Cambiano solo densità e intensità, ma le mafie sono ovunque. Cambiano solo le modalità di esternazione del loro potere e quelle di svolgimento illecito, ma il problema è che ci sono”. E’ così che il Procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri ha voluto rispondere alla domanda sui rischi concreti che una criminalità molto più affaristica che violenta, quella della zona nolana, possa infiltrarsi nella vicina area avellinese, saldandosi magari alle organizzazioni già operative. L’intervista alla guida dell’Antimafia di Napoli a margine della presentazione del suo ultimo libro scritto a quattro mani con il professore Antonio Nicaso “Il Grifone” a Cimitile.

Ad accoglierlo, una volta sceso dalla sua vettura blindata un applauso. Quello replicato in una chiesa gremita, quella di San Felice in Pincis, composta principalmente dai giovani delle scuole del territorio (liceo classico “G. Carducci” di Nola, liceo Albertini di Nola, “Enrico Medi” di Cicciano e “F.lli Mercogliano” di Cimitile) a cui l’associazione “Obiettivo Terzo Millennio” presieduta da Elia Alaia, in sinergia con il caffè letterario della Mondadori di Nola, ha rivolto l’invito.

Alla presentazione del libro sono intervenuti il sindaco di Cimitile, Filomena Balletta; il presidente della Fondazione, Felice Napolitano; il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Nola, Arturo Rianna; il presidente dell’associazione Obiettivo III Millennio, Elia Alaia; il parroco Don Giovanni De Riggi e la dirigente dell’istituto scolastico “Mercogliano – Guadagni” di Cimitile, Anna Iossa. A coordinare i lavori la giornalista e direttore della Mondadori di Nola, Autilia Napolitano.

DARK WEB: PASSI DA GIGANTE DEL CRIMINE
“Le mafie negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante, purtroppo ahinoi nel mondo del dark web”. Ha spiegato, parlando del libro il Procuratore Gratteri: “Sono riusciti a pagarsi non solo hacker evoluti ma anche a comprare tecnologie di ultima generazione. Quindi noi stiamo inseguendo questi gap tecnologico, che le polizie italiane ancora faticano ad avere”. Se si dovesse esaminare questo gap quale sarebbe la distanza fra giustizia e criminalità sul versante tecnologico? “La distanza sta proprio nell’acquisto degli strumenti che consentono di intercettare ed individuare i soggetti. Parliamo di tecnologie che costano milioni di euro, oltre ad attrezzare affinché Carabinieri, Polizia e Finanza diventino degli hacker buoni. Ad esempio all’interno della Polizia Postale o del Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e i Carabinieri ci sono segmenti e settori, però ancora non molto diffusi”.

TELEFONINI IN CARCERE: INASCOLTATE LE MIE PROPOSTE
“Il problema dei cellulari nelle carceri e’ serio e diffuso. Negli anni, purtroppo, non sono stato ascoltato quando ho chiesto l’acquisto di jammer per disturbare le frequenze ed impedire l utilizzo dei telefoni cellulari. Oggi viviamo questa situazione drammatica in cui si commettono dal carcere una vasta gamma di illeciti”

PROCURA: SONO FIDUCIOSO, FAREMO COSE IMPORTANTI
“Cerchero’ di fare quello che ho sempre fatto. A sessantacinque anni, tra poco ne compiro’ sessantasei, non si puo’ cambiare ma solo peggiorare. Ho fatto quello che ho sempre fatto. Arrivare all’ufficio prima delle otto di mattina e uscire alla sera dopo le otto, mangiare sulla scrivania e ascoltare tutti, anche mentre mangio. Non ci sono tempi morti. Sto cercando di creare sinergie nel mio Ufficio, ci sono magistrati molto competenti ed un numero quattro volte superiore a quello di Catanzaro. C’è un polizia giudiziaria di altissimo livello. Ritengo veramente che qui in Campania mandano i migliori.

Il capitano che oggi è qui (il comandante della Compagnia di Nola Gerardo De Siena) che lavorava a Soverato, oggi e’ qui a Nola, per me era un punto di riferimento su Catanzaro. Ma ci sono tantissimi qui a Napoli e Caserta che hanno già lavorato con me nel corso della mia carriera, quindi dal punto di vista della polizia giudiziaria sono tranquillo. Sto eliminando le farraginosita’ e rinforzando l’afflato tra la polizia giudiziaria e il mio Ufficio per avere un’azione più performante. Sono fiducioso per il futuro. Faremo cose importanti, per dare risposte alla gente.

Sto cercando di pomeriggio di andare in tutte le associazioni di categoria. Sono già stato a Confindustria, Confcommercio e Confartigianato per dirgli: io ci sono, noi ci siamo. Se ritenete che siamo credibili, venite a denunciare. Anche il sabato o la domenica, basta organizzare un appuntamento. Non voglio dare alibi a nessuno, ma dico anche ai miei colleghi: guardate che la gente non è masochista, che molte volte non parla perché non si fida.

Forse abbiamo commesso degli errori, per cui bisogna capire dove non siamo stati convincenti e cambiare noi, bisogna essere più efficienti”. Il senso delle conferenze stampa, perché si fanno? “intanto la riforma Cartabia e anche quello che si intende fare e’ un danno e vi spiego il perché. Dal 2015, cioe’ dalla Riforma Orlando che sulla stampa non possono essere pubblicate intercettazioni che non riguardano lo specifico capo di imputazione o che hanno a che vedere con la vita privata delle persone. Quindi sono solo alibi, scuse. La verità è che non si saprà cosa avviene sul proprio territorio e comprendere chi frequentare. In secondo luogo e’ per ribadire ai cittadini da parte della polizia giudiziaria che se vogliono denunciare loro sono qui e sono capaci”.