Calori: La B va difesa, lupi patrimonio storico del calcio italiano

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Alessandro Calori è pronto per la prima pagina della sua avventura all’ombra del Partenio. Il nuovo tecnico dei lupi che nei 90’ minuti del debutto troverà il Rimini impegnato in Irpinia a giocarsi le ultime chances di accedere ai play-off, parla della ‘sfida’ biancoverde. Delle prime scelte. Di quello che sarà e di quello su cui si è già lavorato. Un osso duro per questo esordio davanti al pubblico amico, ma lui ex difensore, vecchio leader di Udinese, Brescia e Perugia non ha paura. Pronto per questa dura impresa, ma soprattutto preparato a smentire gli scettici che non lo ritengono adeguato a traghettare la compagine irpina alla salvezza. “In questi primi giorni di lavoro ho cercato di dare una identità alla squadra, senza però fare particolari stravolgimenti -afferma l’ex tecnico di Triestina e Sambenedettese- . Ho le mie idee, ma vanno applicate nel tempo, c’è la volontà da parte mia e della squadra di fare qualcosa di buono. In questo momento i valori si azzerano, ogni singolo elemento è sullo stesso livello. Ora ho necessità di tutti, bisogna che l’Avellino resti in B, non solo per la città, ma perché i lupi sono patrimonio storico del calcio italiano”. Spazza subito via tutte le polemiche, i mugugni di qualcuno. Di chi non ha condiviso la scelta di un allenatore giovane, ma allo stesso tempo umile, pronto a sfruttare in pieno questa occasione per spiccare il volo nel nuovo ruolo all’interno del panorama nazionale: “Sicuramente non ho deciso di prendere questa strada all’improvviso. Anzi, per allenare ho studiato ed anche parecchio, è vero ho poche panchine, ma non per questo devo avere per forza ancora la mentalità da calciatore. Quando giochi pensi al singolo, sei egoista. Quando invece vai sullo scanno ti preoccupi dell’atteggiamento globale della squadra. Devi pensare a mettere ogni tassello al proprio posto. Comunque sono molto contento perché i ragazzi stanno trovando autostima e convinzione nei propri mezzi”. Spera nel pubblico delle grandi occasioni, di un ricompattamento immediato dell’ambiente del sostegno della gente. Dell’accorsa in massa allo stadio del popolo biancoverde per dare una mano ai lupi ad uscire subito da questa delicata situazione: “Sembra retorica, ma il Partenio deve assolutamente tornare quel fortino inviolabile che è sempre stato. Questa squadra ha costruito i suoi successi sempre sul terreno amico. Quando io ho avuto modo da avversario di essere in questo stadio colmo, ho provato sensazioni davvero uniche, emozioni indescrivibili. La gente d’Irpinia è sempre stata l’arma forte per i colori biancoverdi, mi auguro che i tifosi tornino ad esserci vicini. Lo stadio pieno è un sogno, ma a volte i desideri divengono realtà. Sono loro l’anima del calco”.
Si parte con un osso duro il Rimini: “È una squadra che gioca insieme da 7 anni una compagine che dispone di giocatori di qualità come Pagano e Ricchiuti. Non ci saranno Vantaggiato e Greco, ma troveremo di fronte Docente che è un ex. Noi da parte nostra dobbiamo giocare le 13 restanti gare come se fossero tutte finali”.
La sete di riscatto di Pellicori che nell’ultimo periodo ha trovato poco spazio, potrebbe rappresentare un’arma determinante in questa parte del torneo?
“Pellicori so che ha grandi qualità per quello che ha fatto e per quello che può dare ancora al gruppo. È un giocatore importante per noi, come del resto anche Anastasi che sta recuperando, ma che non è ancora al cento per cento. Sono due giocatori dalle indiscusse doti”. Va cauto sul mediano siciliano, nonostante abbia recuperato in pieno dall’infortunio: “Valuterò se schierarlo. In questo momento ho bisogno di gente pronta, di elementi che mi diano garanzie per tutti i novanta minuti”.
Sulla possibilità di giocare con il 4-4-2 è chiaro: “In fase di non possesso potrebbe essere così, ma noi abbiamo il compito di attaccare l’avversario, di provare a tenere in mano il pallino del gioco, quindi quando si offende qualcosa cambierà. Comunque non ho intenzione di fossilizzarmi su moduli e schemi, dobbiamo giocare un calcio semplice e con equilibrio”.
Mister, tre gare in pochi giorni, questo è sicuramente un ciclo importante per l’Avellino. Forse il momento più delicato dell’intero torneo? “Non c’è tempo per guardare così a lungo, pensiamo ad un incontro per volta”.
Tanti goal subiti su calci da fermo, ha trovato una soluzione per risolvere questo problema?
“La maggior parte delle segnature vengono prese su palla inattiva. Questo è un problema di tutte le squadre. Sono più della metà, le reti subite in situazioni di calcio piazzato. Noi abbiamo dedicato una giornata a questo problema e mi auguro che a partire dal prossimo match le cose vadano meglio”. Un altro dato negativo è la scarsa lucidità sotto porta in quest’ultimo periodo…
“Non mi reputo di certo un mago, ma sto lavorando per mettere anche questa situazione apposto”. Torneo mediocre…
“È un campionato lungo e duro, dove possono esserci sorprese fino all’ultima giornata. Sto cercando di stimolare l’aspetto psicologico dei ragazzi. Loro sanno che avranno sempre il mio sostegno, ma devono assolutamente meritarselo”.
Biancolino con cui ha lavorato a Venezia cosa le ha detto?
“Con Raffaele ho parlato tanto, ha dipinto Avellino e la sua gente in maniera stupenda. Ma io già conoscevo il valore di questa piazza che merita assolutamente di restare in B”.(di Sabino Giannattasio)

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