Sei punti separano l’Avellino dal Treviso. Un abisso che, a due giornate dalla fine, sembra davvero difficile da colmare. I calciatori di Pillon grazie a uomini di categoria e tanto ‘mestiere’ vincono ormai da 3 partite e pare quasi utopistico sperare di ridurre il gap a 180’ dal termine. Salvo miracoli per la formazione biancoverde si prospetta l’ennesimo ascensore e questa volta la corsa verso il basso rischia di essere più lunga e dolorosa rispetto alle ultime ‘scampagnate’ in cadetteria. “Turisti per caso” verrebbe da dire citando un famoso programma della Rai. E’ giusto e doveroso, comunque, credere nell’impresa finché la matematica non esprimerà la sua definitiva condanna. “Nella vita come nel calcio non bisogna mai arrendersi – dice mister Calori – è nostro dovere provare a vincere e sperare in un po’ di fortuna. Purtroppo il ritornello è sempre lo stesso, quando c’è da fare l’impresa straordinaria o il risultato è obbligato i miei calciatori si sciolgono e noi falliamo”. Il problema, che in verità appare evidente sin da settembre, è che a questa squadra manchi la testa e un leader che nei momenti decisivi sappia con il bastone e la carota trascinare i compagni. Ancora più sanguinoso appare ora lo smantellamento della vecchia guardia, giocatori di esperienza e maturità che anche superando i propri limiti tecnici scuotevano (a volte nel senso più letterale possibile del termine) lo spogliatoio. L’unico faro dell’Avellino è ora Alessando Pellicori, piedi non certo di fata ma tanta voglia di combattere e non mollare. Suoi i due goal che comunque in un modo o nell’altro tengono in piedi tutta la baracca e al numero nove oggi gli si può rimproverare tutto, ma non la mancanza di impegno o di corsa. “Non mi sento un leader – dichiara il bomber – ma come sempre metto a disposizione le mie caratteristiche per il bene della squadra. Magari sono quello un po’ più battagliero e ‘ignorante’ nel senso buono del termine e per questo a volte riesco anche a trascinare gli altri. I risultati degli altri campi sono pesanti ma ancora non è il momento di gettare le croci addosso a qualcuno. Attendiamo la gara con il Bari e poi traiamo le conclusioni, belle o brutte che siano. La mia unica richiesta è che l’ambiente rimanga compatto e unito fino ai 90’ del San Nicola, così sarà tutto più semplice”. (Di Giuseppe Matarazzo)
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