Calitri – Riceviamo e pubblichiamo da Fausto Acocella, capogruppo di minoranza e coordinatore locale di Forza Italia: “In occasione del consiglio comunale svolto il 4 dicembre scorso è emersa una realtà molto amara su cui non possiamo esimerci dal fare delle riflessioni. Come prassi ad ogni consiglio comunale facciamo in qualità di minoranza delle interrogazioni sull’operato dell’amministrazione. Tra le domande che ultimante chiediamo con una certa insistenza sono i fondi per la ricostruzione e il p.u.c. Per la ricostruzione la singolare vicenda dei buoni emessi e non coperti che ha messo in ginocchio molte imprese edili del paese, abbiamo incalzato la maggioranza circa le azioni che intende intraprendere per risolvere la questione. La risposta è stata avvilente perché hanno ammesso che al momento non esistono soluzioni, anzi, dall’attuale finanziaria di ricostruzione non se ne parla proprio. E pensare che in tempi elettorali ci si vantava dell’ appartenenza alla filiera istituzionale che , a detta loro, garantiva il completamento delle opere post terremoto. Purtroppo i tempi sono cambiati, la geografia del potere politico ha estromesso l’Irpinia dai giochi e di conseguenza il peso politico che prima si aveva ora è solo un vago ricordo. Un’altra interrogazione è il p.u.c, dopo un anno di annunci sul tema ancora nulla si è mosso in merito. Aspettiamo che i tecnici preposti alla redazione del progetto ci consegnino il lavoro. Intanto il tempo passa e non si capisce se la responsabilità di tali ritardi siano unicamente da attribuire ai tecnici o sia dovuta ad altri fattori non ben identificati. Come consiglieri non possiamo che dissentire sulla condotta avuta fin qui dalla maggioranza. I’immobilismo politico è un lusso che non possiamo più permetterci! Occorre un nuovo modo di fare politica, che abbia il coraggio di abbandonare i vecchi schemi politici della teoria pura e si cimenti con il pragmatismo. Pensare di amministrare come si è fatto in precedenza è deleterio oltre che effimero. Occorre un volontà comune che si traduca nella politica del fare, che rompa gli schemi e non si assoggetti ai continui ricatti che la politica odierna si trova ad affrontare. Per amministrare bene bisogna sia programmare che osare. Programmare uno sviluppo sostenibile e osare nel rendere effettiva quanto programmato. Programmare lo sviluppo economico del paese ed osare nel renderlo attuabile, anche a costo di estenuanti lotte e malumori all’interno della propria coalizione. Lanciamo un appello al sindaco affinché prenda in considerazione queste riflessioni e che inizi finalmente od osare.”
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